Matteo Salvini non ci sta e manda un segnale chiaro a chi nel governo critica la sua direttiva sui porti chiusi. Il ministro degli Interni chiama in causa il premier e il ministro delle Infrastrutture sulla gestione, in questi ultimi mesi, del fronte immigrazione: "Sui porti "fino a oggi abbiamo lavorato di comune accordo. Io, Toninelli, Conte abbiamo condiviso tutte le scelte e anche i processi, veri o mancati", ha affermato a margine dell'assemblea con i parlamentari della Lega alla Camera. Poi dal salotto di Floris su la7 a Di Martedì, il titolare del Viminale mnanda un messaggio chiaro anche al ministro della Difesa, Trenta, che ha criticato la chiusura dei porti per il rischio di infiltrazioni terroristiche nel flusso migratorio che può arrivare dalla Libia: "Il ministro Trenta parla di accoglienza in caso di guerra in Libia, ma noi lavoriamo perché questo non avvenga, perché con le guerre non si risolvono i problemi". Poi ha ricarato la dose: "La Trenta mi accusa di ingerenza sui porti? Mio compito è difendere i confini, combattere terroristi e scafisti. Io ho il diritto-dovere di decidere in quale porto sbarca tizio o caio: finché sarò io a decidere non c'è nessun porto disponibile per far sbarcare tizio o caio".
Insomma nel governo si sta consumando una vera e propria spaccatura sulla questione migranti che potrebbe
accendere (e non poco) la campagna elettorale delle Europee. Ma parallelamente questi contrasti nell'esecutivo potrebbero creare anche problemi per la tenuta dell'esecutivo che dopo questi scossoni scricchiola sempre di più.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.