Ecco le cartelle boomerang. La rottamazione è a rischio

La Consulta: sanatorie valide solo per Equitalia. Effetti possibili su milioni di tributi riscossi da altre società

Ecco le cartelle boomerang. La rottamazione è a rischio

Milioni di cartelle stralciate sulla base delle sanatorie varate tra il 2000 e il 2006 potrebbero tornare in vita. Ai contribuenti che hanno aderito (e che a questo punto probabilmente non se lo ricordano nemmeno più) potrebbe venire richiesto di versare tutta l'imposta dovuta. Ma potrebbero essere a rischio anche le sanatorie dell'ultimo decreto fiscale.

Non è una decisione dell'Agenzia delle entrate, che si ritroverà a gestire una situazione difficilissima, né del governo, soprattutto ora che le elezioni si avvicinano.

La nuova potenziale stangata fiscale porta la firma della Corte costituzionale, effetto collaterale di una decisione che riguarda altro. Una sentenza depositata venerdì e riportata ieri con grande evidenza dal Sole24ore stabilisce, in estrema sintesi, che quando una legge prevede una rottamazione e fa riferimento all'«agente della riscossione», si intende solo la vecchia Equitalia. Non le varie società scorporate in particolare quelle private alle quali molti enti locali hanno affidato la riscossione di Imu, Ici, Tarsu e anche delle multe.

Sono più di ottanta quelle abilitate dal ministero dell'Economia e coprono aree rilevanti del Paese. Tra le principali quelle che operano in più aree come la Sogert, Soget, poi decine di società locali. Nomi conosciuti da milioni di contribuenti che si sono visti arrivare cartelle, spesso di importi molto bassi, che fino a venerdì scorso erano rottamabili e ora non più.

La sentenza (51/2019) riguarda un aspetto molto tecnico e all'apparenza poco rilevante per il contribuente. I giudici costituzionali si sono dovuti esprimere su una legge che estende al 2032 il termine entro il quale l'agente della riscossione deve comunicare ai creditori (fisco, enti locali, Inps, etc) i crediti divenuti ormai inesigibili. La domanda posta alla Consulta è se le società di riscossioni dovessero essere equiparate ad Equitalia in questa richiesta. E la risposta è no.

Gli effetti vanno oltre la legge presa in esame dalla Corte e investono direttamente i contribuenti. Compromesse, a questo punto, diverse sanatorie, tutte quelle che hanno fatto riferimento agli «agenti della riscossione».

Ci sono almeno tre rottamazioni varate tra il 2000 e il 2006, compresa la cancellazione mini cartelle sotto i mille euro prevista da una legge del 2003. Una buona parte, viene da pensare torneranno in vita. Le cartelle di importo più piccolo sono generalmente quelle che fanno riferimento a debiti con enti locali, clienti delle società di riscossione.

Ma potenzialmente ci sono guai anche per le sanatorie dell'ultimo decreto fiscale, che comprende una rottamazione delle mini cartelle, ma anche la «definizione agevolata dei carichi affidati all'agente della riscossione». Seguendo alla lettera la sentenza della Corte il riferimento deve essere solo all'agenzia pubblica di riscossione, la vecchia Equitalia. Non le private.

Tutto comunque da vedere. Ieri sera sempre dal Sole24ore nella versione online, si faceva presente, probabilmente sulla scorta di precisazioni dei giudici, che l'applicazione della sentenza potrebbe essere limitata al solo caso citato. Non alle sanatorie e, soprattutto, non alle rottamazioni della ultimo decreto fiscale, che potrebbe quindi essere applicato anche alle agenzie di riscossione private.

C'è da augurarselo per i contribuenti, ma anche per l'amministrazione pubblica che, soprattutto per le vecchie sanatorie, dovrebbe organizzare operazioni molto complesse. La restituzione dei versamenti fatti dai contribuenti che hanno aderito e poi l'emissione di nuove cartelle per chiedere al contribuente tutto il dovuto. Da vedere se con gli interessi o meno.

Il tutto a fronte di entrate nulle. Per la maggior parte le mini cartelle sono a tutti gli effetti dei crediti inesigibili del fisco. Sul decreto fiscale gli effetti sarebbero devastanti.

La cancellazione delle mini cartelle sotto i mille euro tra il 2000 e il 2010 riguarda 13 milioni di contribuenti. Per lo più multe non pagate o imposte di importo mini dimenticate. Quasi tutte emesse da società private di riscossione.

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