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Ecco il «giglio rosso» grillino che sussurra le leggi a Di Maio

Dall'ex assessore di Vendola al comunista Alleva, chi sono gli esperti di sinistra che affiancano il ministro

Ecco il «giglio rosso» grillino che sussurra le leggi a Di Maio

Sembrava una priorità della sinistra. Oggi invece la stretta sui contratti a termine è diventata uno dei punti forti del cosiddetto decreto dignità che Luigi Di Maio promette di portare in consiglio dei ministri domani, al massimo martedì. Resteranno fuori invece voucher e contratti di somministrazione, rinviati al «dibattito in Parlamento». «Il tema della somministrazione - ha chiarito ieri Di Maio - in molti casi si presta a delle disfunzioni però dev'essere oggetto del dibattito parlamentare, non si può intervenire con un decreto. Come per i voucher». Intanto però la lista degli annunci di Di Maio mira a compensare la linea «a destra» dettata dal suo alleato al Viminale. Va ricordato infatti che la scure sui contratti a tempo determinato da un massimo di 5 a 4 rinnovi, che tanto ha fatto infuriare le imprese in questi giorni, era anche una condizione richiesta dagli arancioni di Giuliano Pisapia per convergere col Pd alla vigilia delle ultime elezioni. Quel provvedimento che allora non ci fu facendo saltare l'intesa, rientra oggi dalla porta principale di Palazzo Chigi sotto il vessillo pentastellato. Ma la direzione imboccata nel tentativo di coprire le voragini di consenso lasciate sul terreno dai democratici, non stupisce se si guarda a chi circonda il ministro grillino nei due dicasteri del Lavoro e dello Sviluppo economico.

Il giglio di «consulenti» a titolo gratuito scelti dal vicepremier è composto da personalità provenienti dall'area rossa ed ex comunista. Ne fanno parte Piergiovanni Alleva, 71 anni, giuslavorista, una gioventù in Lotta continua, un passato nella consulta giuridica della Cgil, un presente da consigliere regionale in Emilia Romagna con la lista «L'altra Europa con Tsipras», e da membro del comitato del Partito Comunista italiano. Nel 2013 anche candidato al Senato con Rivoluzione civile dell'ex pm Antonio Ingroia. Già ordinario di diritto del lavoro a Bologna, Alleva è il teorico del «lavorare meno, lavorare tutti».

Nella cerchia dei «consulenti» gratuiti c'è anche Pasquale Tridico, il già candidato ministro dei Cinque Stelle, quello che ora avrebbe dovuto occupare il posto di Di Maio. «Da uomo di sinistra dico che questa alleanza è un problema»: così dopo aver rinunciato a incarichi per manifesta distanza rispetto alle intese con la Lega, Tridico, professore di economia del lavoro a Roma Tre, ha comunque accettato di aiutare il vicepremier. «È necessario recuperare i diritti e la dignità del lavoro - sosteneva da candidato - reintrodurre l'articolo 18, eliminare il Jobs Act, contrastare la liberalizzazione dei contratti a termine». Proprio il punto del decreto dignità. Infine tra i contatti di Di Maio ci sarebbe anche Marco Barbieri, dirigente di Leu, dal 2005 al 2009 assessore regionale al Lavoro in Puglia nella giunta di Nichi Vendola, e oggi ordinario di diritto del Lavoro all'Università di Foggia. All'indomani delle elezioni del 4 marzo, ammettendo l'irrilevanza della formazione politica fondata da Grasso, dei pentastellati diceva che «promettono in forma vaga ed ondivaga alcune cose che noi caldamente vorremmo. Dobbiamo avere un atteggiamento costruttivo nei loro confronti, di incoraggiamento delle misure giuste». Su Facebook qualcuno gli fa i complimenti per il «nuovo incarico», ma lui precisa di non avere alcuna consulenza ufficiale: «Non c'è nessun incarico». Allora qualcun altro gli fa una battuta sul lavoro a titolo gratuito.

Il prof risponde con uno smile.

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