Ecco il nuovo piano delle Regioni: 5 parametri per cambiare colore

I governatori in pressing: "Troppi 21 indici per valutare le misure da applicare". Ma Speranza dice no: "Restano quelli"

Ecco il nuovo piano delle Regioni: 5 parametri per cambiare colore

In arrivo una nuova riunione fra i membri del Cts ed i rappresentanti delle Regioni: argomento della discussione, la modalità di scelta delle zone rosse ed arancioni, ed un nuovo paramentro di collocazione. Secondo quanto riferito da "Il Corriere", i governatori sarebbero decisi ad ottenere da parte dell'esecutivo una minor rigidità e tempi più celeri per poter liberare il prima possibile i cittadini dalle misure restrittive. Sono pronte dunque le istanze elaborate dai vari presidenti delle Regioni nel corso della loro ultima conferenza fortemente voluta dal governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. A farsi portavoce, in questo caso, è il presidente della Liguria Giovanni Toti, che chiede con urgenza un confronto con il Comitato tecnico scientifico. Stando alle ultime indiscrezioni, il meeting sarebbe previsto per il prossimo venerdì.

"Abbiamo chiesto al governo, e l'ho già trasmesso ai ministri Boccia e Speranza, anzi ho appena parlato con il ministro della Salute. Abbiamo concordato una riunione nelle prossime 48 ore per ragionare delle proposte delle Regioni che sono sostanzialmente di carattere tecnico e politico", ha affermato il leader di "Cambiamo", come riportato da "LaPresse". "Politicamente abbiamo chiesto un confronto perché tutti noi sappiamo i dati, visto che li trasmettiamo al governo, ma nessuno conosce qual'è la ponderazione e l'esame di quei dati. Cioè, cosa pesa di più e cosa di meno e quali siano i giudizi per cui qualcuno di noi si ritrova in fascia arancione e altri in quella rossa o gialla".

L'intenzione dei governatori sarebbe quella di apportare delle modifiche al cosiddetto "semaforo", avvalendosi di solo 5 indicatori, quando adesso ne vengono invece utilizzati ben 21. Tramite i nuovi 5 punti sarà possibile capire in modo più agile e meno rigido qual'è il reale rischio di diffusione del Coronavirus in ogni singola regione. Il metodo utilizzato adesso, infatti, viene considerato inadeguato. Ma quali sono i 5 parametri proposti dalla Conferenza delle Regioni? Prima di tutto la percentuale dei tamponi naso-faringei positivi, eliminando però i test ripetuti dagli stessi individui e gli screening, con l'inclusione invece dei test antigenici rapidi. Non saranno più inseriti nel conteggio, dunque, coloro che ripetono il test, cosa che andava ad aumentare erroneamente il numero dei positivi. Al secondo punto abbiamo il ricalcolo dell'indice Rt sulla base della sorveglianza integrata Iss. Segue poi il tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva e di posti letto totali in area medica per pazienti per pazienti affetti da Coronavirus. Infine, al punto 5, l'attività di controllo sul territorio (contact-tracing, isolamento e quarantena) ed il numero di professionisti impiegabili.

Servono, dunque, criteri più semplici. La speranza dei governatori è che il governo accetti le modifiche. Da parte sua, il ministro della Salute Roberto Speranza ha garantito la piena apertura al dialogo con le Regioni, ma ha ribadito l'importanza dei 21 punti come fondamentale paramentro per calcolare l'indice di rischio. Anche Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità, si è schierato in difesa dei 21 indicatori.

"Quando si gestisce una epidemia si lavora in un mondo reale con tutte le variabili del caso e ci deve essere una capacità di lettura in una realtà molto articolata. Proprio perché articolata richiede più indicatori, un elemento importante che porta a una stima di rischi", ha spiegato, come riportato da "Il Corriere".

Tutto è ancora da vedere, insomma.

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