Vaticano

Ecco le tappe da Servo di Dio alla santificazione. E decide il Papa

La folla vorrebbe papa Benedetto XVI "santo subito". Ma in realtà il processo di canonizzazione è lungo e complesso.

Ecco le tappe da Servo di Dio alla santificazione. E decide il Papa

La folla vorrebbe papa Benedetto XVI «santo subito». Ma in realtà il processo di canonizzazione è lungo e complesso. Si tratta di una sorta di indagine il cui esito alla fine viene sottoposto al Pontefice, che deve emettere la sentenza definitiva proclamando la santità, in modo che la persona entri a fare parte del canone, cioè dell'elenco ufficiale dei santi riconosciuti dalla Chiesa.

La canonizzazione richiede diverse condizioni e vari passaggi codificati nella Costituzione Apostolica Divinius Perfectionis Magister. Innanzitutto il candidato deve essere morto da almeno cinque anni, a meno che il Papa non conceda una dispensa come ha fatto proprio Ratzinger per Giovanni Paolo II. Prima deve essere stato proclamato Servo di Dio, su richiesta del vescovo della diocesi in cui è morto il candidato. È lui a chiedere al Vaticano di iniziare l'istruttoria. Questa prevede l'ascolto di testimonianze e la lettura di documenti che provano le «virtù eroiche» necessarie. La prima parte del processo si svolge dunque in ambito locale, soltanto se la documentazione raccolta viene ritenuta idonea il tutto viene poi trasmesso in Vaticano. Dopo la proclamazione a Servo di Dio il materiale viene inviato alla Congregazione della cause dei Santi - che si avvale dell'opera di una trentina di funzionari, coadiuvati da esperti in materia di teologia, storia e medicina - dove un cosiddetto postulatore viene incaricato di dimostrare la santità del candidato. Soltanto dopo aver superato vari step il candidato viene proclamato Beato. Se morto per la fede sarà Beato Martire, se non ha subito martirio sarà Beato Confessore, ma è richiesta la «prova» di un miracolo (generalmente si tratta di guarigioni scientificamente inspiegabili, giudicate tali da una commissione medica convocata dalla Congregazione e composte da specialisti sia credenti sia non credenti), non necessaria invece per i Martiri. Per diventare santi invece è richiesta la prova di un altro miracolo sia ai Martiri che ai Confessori.

La Chiesa utilizza il diritto canonico per stabilire chi è santo, ma può capitare che il Papa renda più «snella» la procedura, come è accaduto con Giovanni XXIII, proclamato santo da Papa Francesco per la sua fama di santità senza che gli sia stato riconosciuto un secondo miracolo.

Processo lampo anche per Giovanni Paolo II, la cui causa di beatificazione partì poche settimane dopo la morte senza aspettare i cinque anni previsti.

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