Per la scuola i pensionamenti dovuti a Quota cento potrebbero essere la classica goccia che fa traboccare il vaso. Sono circa 40.000 i docenti in uscita quest'anno. Tra questi poco più della metà, esattamente 22.197, lasceranno in anticipo le aule grazie a Quota 100. Non sono tantissimi certo ma vanno ad incidere su una situazione che è già al collasso.
In apertura del prossimo anno scolastico si calcola che le cattedre coperte da supplenti, gli eterni precari, saliranno ad oltre 170.000. Una cifra iperbolica che supera quelle degli anni precedenti e che lascia presagire un inizio dell'anno scolastico davvero difficile. Non è previsto infatti che alle uscite corrisponda il passaggio per gli insegnanti dall'organico di fatto all'organico di diritto, ovvero non sono previsti in questo caso passaggi dal precariato al ruolo. Ieri il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha annunciato trionfante che non ci saranno tagli alla scuola e alla sanità nella prossima manovra. Ma se il governo sceglie di non sostituire in modo strutturale i docenti che vanno in pensione quella scelta di fatto diventa un taglio, operato addirittura «a prescindere».
A denunciare «l'incapacità della burocrazia ministeriale e del governo di autorizzare le assunzioni a tempo indeterminato» è Marcello Pacifico, segretario del sindacato Anief. «È una vergogna, perché il numero delle domande si conosce da diversi mesi - dice Pacifico -. Questa volta noi citeremo chi ha prodotto questo danno per responsabilità dirigenziale erariale alla Corte dei conti e vigileremo se i posti liberati dai pensionamenti saranno attribuiti come annuali o solo fino al termine delle attività didattiche. Bisogna finirla di governare sulla pelle dei lavoratori precari». Pacifico fa riferimento ai risparmi che derivano da fatto che i supplenti vengono di solito «licenziati» l'ultimo giorno di scuola e poi riassunti al primo dell'anno successivo evitando così di erogare lo stipendio nei mesi estivi. E infatti sempre Tria ha annunciato che i risparmi derivanti da Quota 100 saranno sostanziosi. Il ministro dell'Economia deve destreggiarsi per rispondere alle richieste dei due vicepremier. Da un lato il pentastellato Luigi Di Maio dice no al finanziamento della Flat tax con gli 80 euro di Matteo Renzi ma dall'altro Matteo Salvini punta i piedi e insiste sulla necessità che la platea della Flat tax sia più ampia. Dunque la soluzione trovata dal Mef sarebbe tra le altre anche quella di risparmiare sulle assunzioni nella scuola perché se il turn-over fosse pieno certo Tria non potrebbe parlare di «sostanziosi risparmi».
Insomma a tutti gli insegnanti non di ruolo non resta che sperare nell'annunciato, attesissimo, ennesimo decreto salva-precari che dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri entro fine luglio come promesso dal ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti.
Il provvedimento prevede tra l'altro un concorso straordinario per circa 24.000 posti al quale potranno accedere i cosiddetti precari storici, ovvero quelli che hanno maturato almeno 3 anni di servizio negli ultimi 8 anni.
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