Roma Le banche hanno fatto molto per la maggioranza di centrosinistra guidata ieri da Renzi e oggi da Gentiloni. Ad esempio, hanno accettato senza colpo ferire le riforma delle Popolari, quella delle Bcc e hanno partecipato al Fondo Atlante che avrebbe dovuto contribuire al salvataggio di Mps e delle Popolari venete. I «favori», però, non sono gratis e il governo talvolta «deve» ricambiare. È il caso di Sorgenia, l'utility rilevata dalle principali banche italiane (tra cui la stessa Mps, Intesa, Unicredit e Ubi) che hanno convertito i debiti della precedente gestione della Cir che fa capo alla famiglia dell'ingegner Carlo De Benedetti.
Ebbene, il maxiemendamento al ddl Concorrenza su cui il governo porrà la fiducia nell'aula del Senato contiene una norma controversa che avrebbe potuto essere espunta e, invece, è rimasta così com'è. Un emendamento approvato a febbraio (di cui il Giornale aveva dato notizia) prevede, infatti, che si avviino procedure concorsuali (in pratica aste) per i clienti che non eserciteranno l'opzione di passaggio al mercato libero dell'elettricità. Sebbene la fine del servizio di maggior tutela sia stata posticipata dal 2018 al 2019, non è stato invece né posticipato né cancellato questo strano meccanismo che, in base a fondate indiscrezioni, dovrebbe escludere sia l'operatore principale Enel sia gli operatori leader nei territori come A2A, Iren e Acea. Ne consegue che uno dei player maggiormente avvantaggiati sarebbe proprio Sorgenia.
Eppure la stessa maggioranza si è spaccata su questa norma e il relatori Salvatore Tomaselli (Pd) e Luigi Marino (Ap) ne avrebbero voluto il ritorno in commissione. Non c'è stato niente da fare. Eppure le obiezioni erano fondate. In fondo, se il consumatore non esercita nessuna opzione, vuol dire che intende restare cliente del suo operatore. Il mercato libero, che presupporrà comunque prezzi più alti rispetto alla maggior tutela, potrebbe essere meglio gestito lasciando libertà ai consumatori di valutare le offerte.
«Impacchettandoli» e vendendoli al miglior offerente, senza nessuna possibilità negoziale, li si priva di una libertà sancita dalla Costituzione. Anche i sindacati, infine, sono sul piede di guerra: questo meccanismo unico in Europa potrebbe determinare esuberi tra i dipendenti delle utility penalizzate.
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