Roma - Governo Gentiloni in carica fino alle prossime elezioni e poi fino a quando non sarà formato un nuovo esecutivo. Con la prospettiva, nel caso sempre più probabile dell'impossibilità di formare una maggioranza dopo il voto, di un ulteriore mandato allo stesso Gentiloni. Nei prossimi giorni i tempi della politica saranno scanditi dai passaggi previsti dalla Costituzione. Seguiranno due mesi di governo a Camere sciolte, poi il voto che potrebbe comportare altre sfide politiche e costituzionali. Soprattutto se dalle urne non dovesse uscire nessun vincitore.
Cosa è successo ieri?
Nel pomeriggio il Presidente della Repubblica ha ricevuto il premier Paolo Gentiloni e poi i presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso, come prevede l'articolo 88 della Costituzione. Poi ha emanato il decreto di scioglimento delle Camere e quindi la fine della XVII legislatura.
La legislatura è finita a scadenza naturale?
No. La scadenza naturale sarebbe stata il 14 marzo, ma è prassi che le Camere vengano sciolte poco prima.
La data delle elezioni è ufficiale?
Sì, da ieri ed è il 4 marzo come previsto. È il presidente della Repubblica che indice le elezioni, che devono avvenire entro 70 giorni dallo scioglimento, e la prima riunione di Camera e Senato, non oltre 20 giorni dopo il voto. La data del voto è oggetto di un decreto della presidenza del consiglio, approvato ieri sera a Palazzo Chigi.
Cosa succede nei prossimi giorni?
Le Camere sono sciolte, anche se possono essere convocate in alcuni casi. Ad esempio per convertire decreti emanati dal governo che resta in carica fino al giuramento del prossimo esecutivo.
Gentiloni è in carica per gli affari correnti o ha pieni poteri?
Questione molto politica. Si dice che il governo resti in carica per gli affari correnti, ma non è previsto da nessuna norma. A limitare l'azione del governo in queste fasi è una prassi costituzionale. I governi sfiduciati di solito restano in carica solo per funzioni amministrative, per gli esecutivi che si dimettono senza sfiducia il perimetro di azione può essere un po' più ampio. Nel caso del governo Gentiloni l'indicazione ufficiosa emersa già da qualche giorno è che avrà «pieni poteri». Un modo per dire che l'esecutivo uscente ha ancora la fiducia di una maggioranza, nonostante episodi come quello dello ius soli.
Dopo il voto Gentiloni si deve dimettere?
È prassi che il presidente del consiglio presenti le dimissioni dopo le elezioni per il rinnovo delle Camere. Il presidente della Repubblica di solito invita il premier dimissionario a rimanere in carica per gli affari correnti, mentre al Quirinale si svolgono le consultazioni con le forze politiche per la formazione del nuovo governo. Se dalle urne non dovesse uscire una maggioranza chiara i tempi potrebbero non essere brevi e l'esecutivo in carica potrebbe restare settimane. Come minimo fino alla fine di aprile 2018.
Quali sono gli scenari possibili in caso dell'impossibilità di formare una maggioranza?
Tra le ipotesi che stanno emergendo c'è quella di un nuovo incarico a Paolo Gentiloni per un governo che potrebbe essere sostenuto da una «fiducia tecnica».
Maggioranza non politica, di centrodestra, centrosinistra più altri parlamentari. Difficile che emergano alternative a Gentiloni. Possibile invece che la nuova maggioranza anomala chieda di cambiare i ministri del precedente governo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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