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Ema promuove J&J: "Il siero è sicuro". Ecco 184mila dosi solo per gli over 60

L'autorità europea non impone limiti, in Italia sarà destinato ai più anziani: "Possibili legami con trombosi simili ad AstraZeneca, eventi rari". Riparte oggi la distribuzione delle fiale fermate

Ema promuove J&J: "Il siero è sicuro". Ecco 184mila dosi solo per gli over 60

Otto casi di rare trombosi (di cui una fatale) su 7 milioni di vaccinazioni negli Usa potrebbero essere rari effetti collaterali del vaccino di Janssen di J&J i cui benefici per la lotta contro la pandemia superano comunque i rischi.

Con queste conclusioni Ema, dopo un'indagine sui casi avversi segnalati dalla Food and Drug Administration, dà il via libera all'utilizzo del siero anti Covid monodose in Europa senza alcuna limitazione per fasce di età, mentre negli Usa le autorità di controllo si esprimeranno solo venerdì. Del resto, in America non hanno fretta. Sono inondati di altri preparati, come Moderna e Pfizer e dunque possono prendersela comoda. Nella Ue invece, si attendono le dosi di ogni prodotto autorizzato con trepidazione. E Ianssen ha confermato che riprenderà la spedizione del vaccino in Europa, in Norvegia e in Islanda. All'Italia spettano ben 7,3 milioni di dosi nel secondo trimestre e 26,5 milioni in totale per il 2021. E già da oggi, la struttura Commissariale per l'emergenza è pronta ad assegnare nelle varie regioni, le prime 184mila dosi in deposito a Pratica di Mare. Che saranno dedicate alle fasce over 60, come deciso dal ministero della Salute sentito il parere del Cts di Aifa.

L'Italia adotta le stesse precauzioni di Astrazeneca, visto che le analogie con il vaccino di Ianssen sono evidenti. Anche il presidente del Prac di Ema, Sabine Strauss, ha ammesso che tra i due farmaci «ci sono similarità» ma anche «differenze»: entrambi sono vaccini ad adenovirus, però AstraZeneca usa quello degli scimpanzé mentre J&J quello umano, e ci sono differenze anche sulla proteina spike. «Vediamo una somiglianza nei casi di trombosi rare - azzarda - ma è presto per trarre conclusioni». La sostanza, alla fine non cambia: i casi di trombosi rare sono state evidenziate dopo la somministrazione di entrambe in vaccini anche se per Janssen, l'Agenzia del farmaco europea aggiunge che «sulla base delle prove attualmente disponibili i fattori di rischio specifici non sono stati confermati». Dunque, ogni Stato andrà per la sua strada. Per Ianssen l'unico elemento su cui si baseranno le scelte di ogni paese sarà l'analisi di questi otto eventi avversi che colpiscono prevalentemente donne giovani dopo 1-3 settimane l'iniezione del vaccino. Per questo si aggiungerà nel «bugiardino» del farmaco «un avvertimento su coaguli di sangue insoliti con piastrine basse», per i quali gli esperti hanno trovato «un possibile collegamento» con la dose di Johnson & Johnson.

Ma Astrazeneca ha insegnato qualcosa. E ora si sa che anche questi casi rari possono essere curati se diagnosticati tempestivamente. La stessa Sabine Strauss raccomanda di stare allerta e non trascurare sintomi anomali. Bisogna chiamare il medico se sopraggiungono, anche fino a tre settimane dopo l'iniezione, malesseri come mancanza di respiro, dolori addominali, gonfiori agli arti, forti mal di testa, intontimenti o dolori attorno al punto di iniezione, tachicardia o emorragie e lividi. Segnalando in fretta i sintomi si possono evitare complicanze perché studi accreditati internazionali hanno già spiegato alla comunità scientifica come muoversi. Di fronte a casi di trombosi venose rare spleniche o venose, con un basso livello di piastrine, infatti, è necessario intervenire con infusioni di immunoglobuline umane associate ad anticoagulanti non eparinici.

Nessun allarmismo però, è giustificato. Ema ricorda che «il rischio di avere questo effetto collaterale è molto basso, ma le persone che riceveranno il vaccino dovrebbero comunque essere consapevoli dei sintomi in modo da poter ottenere un trattamento medico tempestivo per aiutare il recupero ed evitare complicazioni». Del resto, nessun vaccino è esente da eventi avversi rari.

Casi di coaguli di sangue con trombocitopenia sono stati rilevati anche per Astrazeneca (287 casi su 34 milioni di persone vaccinate), per Pfizer (25 casi in Europa), per Moderna (5 casi nella Ue).

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