
L'origine del mondo di Giorgio Armani è l'infinita varietà d'immagini e suggestioni di un altrove che viene sempre tradotto nel colto e pacato linguaggio di casa. Quella di Emporio ha in più la dolce ala della giovinezza che un po' ti libera dalle consuetudini, ma alla fine ti costringe a riflettere su tutto perché il talento, come diceva Baudelaire, è solo una grande riflessione. Proprio per questo la collezione Emporio Uomo per la prossima estate in passerella ieri sera a Milano ci è sembrata assolutamente magnifica, un volo a planare su tutto quello che amiamo dell'Africa senza mai cadere nell'etnico o, peggio ancora, nel folklore. C'erano i burnus dei Tuareg, le stuoie in midollino su cui si dorme nel deserto, i colori e le decorazioni dell'artigianato locale oltre ai pantaloni larghi rastremati sul fondo e alle comode tuniche lunghe fino al ginocchio con cui si possono combattere le feroci temperature del continente nero. Tutto, però, aveva quella classe inconfondibile nell'assemblaggio di forme, proporzioni e scelte cromatiche per cui Armani è il più famoso stilista del mondo, una gloria del nostro Paese. Lui non c'era, costretto a casa da un brutto raffreddore con complicazioni polmonari. Al suo posto è uscito Leo Dell'Orco, da anni responsabile dell'ufficio stile uomo, una delle persone più importanti del suo entourage che subito dopo lo show ha ricevuto una telefonata con poche parole ma fondamentali: "Mi è piaciuta". Noi sulle note di collezione abbiamo letto che Armani ha deciso di riguardare alle origini del suo lavoro di 30 anni fa senza nostalgia ma "per cogliere leggerezza ed energia, un sentito omaggio al sud del mondo pensato per un uomo consapevole che non disdegna la decorazione". Da Brioni il designer austriaco Norbert Stumpfl, 48 anni, da 7 alla guida creativa di questo brand noto nel mondo per la propria eccelsa arte sartoriale, riesce a compiere una specie di miracolo di moda alleggerendo ulteriormente questi capi tagliati e cuciti a mano nei tessuti più preziosi e ricercati del mondo. Lino, seta, cashmere e perfino la pelle di camoscio sono dei veli senza peso doppiati con un gusto squisito fino a ottenere l'effetto cangiante solitamente offerto da un prezioso tessuto detto Solare. Il risultato? Un'eleganza che vola alta per non dire altissima come si conviene al vero lusso. Si torna con i piedi per terra da Eleventy, solido marchio milanese votato al cosiddetto smart luxury con un'insolita scelta cromatica (il rosa del sale dell'Himalaya) in una marea di bianchi, grigi ed ecrù. Si scoprirà poi nel corso della giornata che il rosa sarà la tinta dominante nel guardaroba maschile della prossima estate. Tra le altre particolarità di Eleventy la polo dal doppio collo e una capsule di abbigliamento da lavoro. Molto interessate da Harmont & Blaine l'uso del cosiddetto Giro Inglese (un tessuto a telaio che sembra maglia) per costruire con l'aiuto di piccole sartorie napoletane un guardaroba estivo senza compromessi. Bellissima la parte di collezione battezzata Re Loved perché realizzata in collaborazione con un grande esperto di upcycling che ha recuperato nei magazzini dell'azienda partenopea capi invenduti di passate collezione con cui l'ufficio stile ha realizzato dei pezzi nuovi. Strepitosa la collezione di Montecore, marchio marchigiano dal gusto impeccabile nel cosiddetto atleisure, ovvero i capi sportivi in salsa elegante. Anche qui c'è un ritorno alle origini, ovvero all'uso di Belseta, un tessuto sintetico caro a Hermés negli anni '80S. Giacche, giubbotti e spolverini non pesano niente ma proteggono dal vento, dall'acqua e sono impeccabili. Lo stesso dicasi della sahariana in lana garzata che pesa 100 grammi e delle polo più leggere e traspiranti del mondo pur essendo in lana ultrafine.
Bellissimo il libro fotografico realizzato con l'archistar Roberto Palomba che sta diventando un maestro del clic. Da Ralph Lauren tutto è sempre impeccabile e perfetto come un'america Wasp che purtroppo non esiste più.