Roma - L'annuncio è arrivato ieri, a due settimane dal voto, scatenando come era prevedibile le polemiche degli altri partiti contro le «mance elettorali».
«Aumenta la fascia di reddito per le persone over 75 esentate dal pagamento del canone della Rai», fa sapere il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. «I nuclei familiari over 75, e molto spesso si tratta di persone sole, che saranno esentati diventeranno 350mila dai 115mila di oggi». Insomma, 235mila anziani non abbienti in più non pagheranno la tassa sulla tv (di cui, come è noto, le fasce più vecchie della popolazioni sono le maggiori fruitrici). La fascia di reddito esentata passa dai 6.000 agli 8.000 euro l'anno. «So quanto la tv sia importante soprattutto per queste fasce sociali in difficoltà e sole», sottolinea il presidente del Consiglio, che sottolinea l'importanza di aumentare l'attenzione dello Stato per un segmento di popolazione «fragile e spesso solo».
Il decreto che quantifica e regolamenta la questione è stato firmato ieri dai ministri dell'Economia e dello Sviluppo economico. Ma in realtà, spiegano nel governo, la misura era prevista da due anni e in via di elaborazione da diversi mesi: quando infatti, a fine 2015, il governo Renzi varò il famoso «canone in bolletta», stroncando una massiccia evasione, stabilì anche che l'atteso extragettito sarebbe andato a coprire sia la riduzione del canone fino agli attuali 90 euro, sia l'aumento della platea di coloro che sono esentati per motivi di reddito e di età.
Gentiloni aveva del resto indicato che questa era la strada da percorrere già agli inizi di gennaio, quando si era aperto un dibattito infiammato sulle ipotesi di superamento del canone Rai, definita «una brutta tassa» dal leader del Pd Matteo Renzi. Il capo del governo era intervenuto per spiegare che «se riusciamo a far pagare di meno i cittadini per il servizio pubblico può essere anche una cosa positiva», e che questo era il senso delle parole di Renzi. «Io - aveva aggiunto - ad esempio concentrerei il pagare di meno su alcune famiglie e fasce più disagiate: ci sono 150mila nuclei esentati, si potrebbe allargare. Sarebbe utile e molto importante». Un mese dopo, il decreto firmato ieri dà un segnale in questo senso, e viene applaudito dal Pd, che ha inserito la necessità di abbassare il canone tra i 100 punti del suo programma elettorale. «Una buona notizia per gli anziani», esulta il capogruppo Ettore Rosato. «È anche questa una piccola rivoluzione che vuole però dare un segno: le nostre riforme dopo il 4 marzo non saranno miracoli né fantasiosi quanto irrealizzabili progetti. Saranno cose concrete nell'interesse del paese». Anche la Rai apprezza una scelta «in linea con analoghe misure già in atto per i principali broadcaster pubblici europei e in sintonia con i principi di uguaglianza sostanziale e di libero accesso all'informazione sanciti dalla Costituzione».
Ma le opposizioni attaccano il governo, sospettandolo di aiutare il Pd nella sua campagna per il voto.
Se i Cinque stelle parlano di «colpo di teatro pre-elettorale», il leghista Roberto Calderoli accusa: «In questi suoi ultimi scampoli il governo Pd sta regalando soldi a pioggia a tutti, agli statali, al comparto scuola, oggi addirittura estende l'esenzione del canone Rai. Benissimo, lieti che centomila anziani in più non debbano pagare per vedere la tv, ma perché queste misure non sono state adottate prima e sono state tenute per le ultime settimane come marchette elettorali?».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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