Cronache

Rimpatriato il socio italiano di Escobar

Il "broker della coca" era stato preso insieme alla sua compagna: deve scontare una condanna a 26 anni

Rimpatriato il socio italiano di Escobar

Tutto merito e colpa di una donna se uno dei più pericolosi trafficanti di droga italiani, il «broker della cocaina» per usare il soprannome che gli è stato dato dal mafiologo Roberto Saviano, viene finalmente estradato in Italia. È banale dire cherchez la femme , cercate la donna, ma cercando la donna si arriva all'uomo. Ancora più quando l'uomo è in un carcere e ha drammaticamente bisogno della compagna, che poi è anche una complice. Coppie criminali, come Diabolik e Eva Kant, per restare nell'immaginario che è una sintesi di ciò che accade spesso più perfetta del reale. Non a caso Diabolik è anche uno dei tanti soprannomi di Locatelli, il trafficante riportato nelle galere nostrane.

Nulla unisce più di un delitto condiviso e su queste tracce si sono mossi i Carabinieri del nucleo di Milano, cercando in tutto il mondo, con attività internazionali a tappeto, uno degli uomini di fiducia di Pablo Escobar, tra i criminali più noti (e più ricchi) grazie al traffico di cocaina del cartello Medellìn. Si sono messi sulle tracce di Loredana Ferraro, la donna, per catturare anche Pasquale Claudio Locatelli, l'uomo. Alla fine li hanno trovati tutti e due, perché lei, che si era resa irreperibile, andava a trovare lui nel carcere spagnolo dove era detenuto. Loredana Ferraro deve scontare dodici anni per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina. Lui deve espiare una condanna definitiva a 26 anni, colpito da ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Milano nel 2012. Anche qui, traffico internazionale di stupefacenti. Accadeva nel 2011.

La conclusione arriva adesso, con il rientro in Italia di Pasquale Claudio Locatelli, nato ad Almenno San Bartolomeo, nel Bergamasco, rimpatriato dalla Spagna proprio per scontare la pena. L'uomo di fiducia di Escobar, detenuto spagnolo dal 2010, è stato raggiunto nella prigione di Puerto de Santa Maria dall'ordine di carcerazione. Locatelli ha cominciato a scalare posizioni del crimine a Milano: capisce il momento adatto per passare dall'eroina alla cocaina, infilandosi nel flusso di soldi che girano e aiutano a mantenere un vizio così costoso. È ritenuto dagli investigatori «un malvivente di assoluto spessore, che ha legato il proprio nome non solo al traffico di cocaina ma anche alle lunghe e ripetute latitanze, iniziate con una fuga, organizzata da un gruppo di fuoco, che procurò la morte di un gendarme mentre era recluso in Francia». Era nella sua villa di Saint Tropez quando è stato arrestato con quarantun chili di coca colombiana.

In seguito, continua il romanzo criminale, Locatelli si è rifugiato in Spagna, dove è stato arrestato. Ma non è finita: da qui l'estradizione in Francia, con un'altra rocambolesca avventura. Mentre veniva trasferito via mare da Marsiglia a Barcellona, si arrampica su un oblò della nave e riesce a evadere a forza di bracciate. Narra la leggenda fiorita su di lui che in Spagna si faceva chiamare Mario e con il finto nome di Mario di Madrid divenne il punto di riferimento europeo del cartello di Medellin in Colombia. Nel 2010, l'arresto definitivo, dopo due evasioni. Adesso l'estradizione.

Una storia ambientata in mezzo mondo con epicentro Milano.

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