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"Erano pronti a far cadere il governo". Il piano anti Nato dei grillini

Volano stracci tra i pentastellati e i fuoriusciti ma intanto nel M5s crescono i malumori: non "è se, ma quando mollare" il governo, dicono fonti interne

"Erano pronti a far cadere il governo". Ecco cosa volevano fare i grillini

La scissione del Movimento 5 stelle sta facendo emergere molti retroscena finora maldestramente celati all'interno del partito di Giuseppe Conte. I dimaiani sembra non vedano l'ora di raccontare le beghe interne del loro ex partito, che così facendo ha sempre più difficoltà a lavare in casa i suoi panni sporchi. "Erano pronti a far cadere il governo e avrebbero portato l'Italia su posizioni anti-Nato", accusa oggi un componente di peso del nuovo gruppo Italia per il futuro all'Adnkronos, preferendo rimanere anonimo.

Il riferimento è alla bozza di risoluzione trapelata nei giorni che hanno preceduto le comunicazioni di Mario Draghi in parlamento, dove il M5s puntava a ottenere la contrarietà dell'Italia all'invio di nuove armi all'Ucraina. Quella bozza ha generato un caos tale nel Movimento, con tanto di presa di posizione del ministro degli Esteri, che c'è chi suppone che possa essere stata fatta trapelare proprio per far detonare definitivamente la crisi all'interno del partito pentastellato. "Sapevamo delle loro intenzioni, del resto avevano anche preparato una risoluzione che andava verso questa direzione. Poi è saltato tutto nelle ultime ore, ma erano già pronti… Del resto lo conferma anche l'endorsement dell'ambasciatore russo al M5S arrivato proprio in quei giorni", riferisce ancora il dimaiano.

La scissione non ha però calmato le acque all'interno del M5s. L'indiscrezione secondo la quale Mario Draghi avrebbe chiesto a Beppe Grillo di rimuovere Giuseppe Conte perché inadeguato è stata smentita sia dal garante del Movimento che dal presidente del Consiglio. Eppure non smette di agitare le acque della maggioranza. Conte e Draghi si incontreranno lunedì e non è ancora stato allontanato definitivamente lo spettro di un'uscita dal governo del gruppo pentastellato. Nel M5s in molti chiedono a Conte di uscire dalla maggioranza e di fornire, al limite, un sostegno esterno all'esecutivo fino alla fine del mandato. In realtà questa sarebbe soprattutto una mossa elettorale per Giuseppe Conte, che accontenterebbe la base che, da sempre, si dice contraria al governo di Mario Draghi.

Ormai la decisione sembra essere stata presa e il tema non "è se, ma quando mollare", osservano alcune fonti. A sostegno di questa tesi vengono elencati lo stop, di fatto, al superbonus, nonostante la riformulazione del testo presentata dal governo; il reddito di cittadinanza su cui pesa il non rifinanziamento dei navigator; tutti gli emendamenti ai diversi provvedimenti bocciati dalla maggioranza allargata in cui i pentastellati siedono.

Fonti interne del partito sottolineano che questa è una fase molto "faticosa", una battaglia "continua" sulla strada delle priorità che M5s vuole realizzare. E la voglia di uscire dal governo non è più solo un sussurro: "Dopo i recenti fatti, primo tra tutti il comportamento ambiguo del premier Draghi sulle proprie dichiarazioni in merito a Giuseppe Conte, la frustrazione e l'insofferenza del nostri elettori per un governo che smantella sistematicamente i nostri obiettivi politici, nel mio ruolo di portavoce, non posso che manifestare pubblicamente la mia vicinanza e il mio sostegno a Giuseppe Conte, ma nel contempo rappresentare con forza l'istanza d'uscita da questo governo, voluta fortemente dal nostro Popolo. Le fragole sono marce".

Così si legge in un tweet del senatore Alberto Airola, che dà voce a tanti malumori nei 5s.

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