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Erdogan al bivio Biden-Putin. E Scholz lo invita in Germania

Il giorno dopo la vittoria Erdogan è stato catapultato nel ruolo di grande mediatore tra Asia e Occidente

Erdogan al bivio Biden-Putin. E Scholz lo invita in Germania

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Il giorno dopo la vittoria Erdogan è stato catapultato nel ruolo di grande mediatore tra Asia e Occidente. Parte che ha già cercato di ritagliarsi nel conflitto in Ucraina. Così da diventare importante pedina nei giochi internazionali, da scaltro diplomatico. Ieri sono fioccati gli auguri dalla comunità internazionale da Est a Ovest. Il Cremlino attraverso il portavoce Dmitry Peskov ha detto di aspettarsi che continuerà «l'elevata dinamica» dell'attuazione di progetti congiunti. Il patriarca di Mosca Kirill: «Il risultato del voto dimostra che i cittadini del vostro Paese hanno fiducia nella politica di riforma che state portando avanti».

In serata è arrivata anche la telefonata con Joe Biden, che si era già congratulato. Pure il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha chiamato il neo-presidente e lo ha invitato a Berlino «per un nuovo slancio» alla cooperazione. Una posizione complicata quella di Erdogan che si troverà a dover scegliere se allontanarsi definitivamente dall'Occidente oppure abbandonare il flirt con i Paesi dell'Est del globo.

La politica internazionale serve anche a nascondere i guai interni. Persino nelle sue roccaforti c'è malcontento. Nel quartiere conservatore di Fatih spicca una sezione dell'Akp, il partito di Erdogan. Fatih confina con Balat, zona famosa per i locali e frequentata da stranieri e studenti. Asil, 35 anni, lavora in una società di sicurezza. «Al primo turno ho votato per Sinan Ogan, ma Erdogan dovrebbe essere più nazionalista. Kilicdaroglu invece è uno schiavo degli americani. Kemal Atatürk, lui sì, era un vero nazionalista».

Le spinte sovraniste nascono soprattutto dalla crisi economica, con i turchi che soffrono per la perdita di valore della lira. Nel bazar vicino alla Moschea Blu i proprietari dei negozi hanno fiducia in Erdogan. Veisi, 35 anni, lavora in una boutique: «Erdogan fa quello che dice, mi fido. C'è crisi, ma in tutto il mondo». Amina, 35 anni, vende sciarpe e confessa: «Non l'ho votato, qui sono una dei pochi, ma preferisco non parlare di politica...

capisci?».

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