L'analisi del G

Un errore sui carri armati e le sanzioni inefficaci. A Kiev resta un'opzione: una guerra ottocentesca

L'assenza della difesa radar "Trophy" ha reso i tank Leopard bersaglio dei russi. Fallito pure il tentativo di far crollare economicamente Mosca: l'unica via per il successo è un estenuante conflitto sul campo

Un errore sui carri armati e le sanzioni inefficaci. A Kiev resta un'opzione: una guerra ottocentesca

Quando a giugno gli ucraini hanno radunato la preziosa «riserva operativa», messa insieme addestrando e armando nuove unità mentre il resto dell'esercito teneva testa ai russi, non era difficile immaginare quale sarebbe stato l'obiettivo strategico: attaccare in qualche punto a Sud di Zaporizhzhia ed avanzare combattendo fino al Mar Nero. In questo modo, si taglierebbero tutte le strade e le linee ferroviarie sulla direttrice Est-Ovest, impedendo i rifornimenti alle forze russe schierade a Occidente sotto il grande fiume Dnipro e si porrebbero le basi per una grande vittoria. Putin sarebbe così costretto a scegliere se continuare la guerra o negoziare un cessate il fuoco per salvare le sue truppe bloccate. L'ipotesi di un attacco diretto a Melitopol comporterebbe un'operazione molto ambiziosa, con una penetrazione di oltre 150 km nelle linee nemiche. In alternativa, potrebbero puntare a Berdyansk, con un'offensiva ancor più profonda che taglierebbe fuori più unità russe e consentirebbe di guadagnare una fetta più ampia di campo. Oppure, ancor più temerariamente, gli ucraini potrebbero marciare per tutti i 240 chilometri che li separano da Mariupol: un'azione che dovrebbe svolgersi con una velocità e una concentrazione di uomini di proporzioni napoloniche per consentire di raggiungere le coste del Mar Nero prima che i russi possano contrattaccare.

Nessuna di queste opzioni si è dimostrata praticabile. Mentre gli ucraini si addestravano e si schieravano, i russi scavavano linee di trincea a sud del Dnipro, protette da campi minati per un totale di circa mille chilometri - trecento in più rispetto alla massima estensione del fronte occidentale della Prima guerra mondiale. Napoleone chiamava questo tipo di difesa lineare «cordone»: una corda composta da unità di fanteria per contenere il nemico su un lungo fronte. E, ai suoi tempi, spiegò giustamente perché i «cordoni» erano il modo più stupido di difendere un fronte: il nemico arrivava in colonne che avrebbero facilmente tagliato le poche truppe schierate sul particolare settore attaccato. Ma oggi il campo di battaglia è sorvegliato giorno e notte dai satelliti radar. Vedendo gli ucraini prepararsi ad avanzare, i russi potrebbero inviare le loro forze per intercettarli in numero uguale se non superiore. E anche se i numeri fossero uguali, il combattimento sarebbe impari, perché i russi sarebbero riparati dai loro campi minati e dalle trincee, di per sé una protezione efficace contro i nemici che avanzano allo scoperto.

È stato anche un peccato che gli ucraini abbiano sopravvalutato di molto il valore di combattimento degli enormi carri armati Leopard da 66 tonnellate che avevano chiesto, implorato e infine praticamente preteso dai tedeschi. Il Leopard è paragonabile all'M1 statunitense e al Merkava IV israeliano (tutti e tre hanno circa 60 tonnellate di corazza stratificata e cannoni da 120 mm ad alta velocità). Ma gli manca una cosa su cui l'M1 e il Merkava fanno affidamento quando affrontano le forze armate russe: Trophy, una difesa attiva israeliana con radar per rilevare i missili anticarro in arrivo e cannoni in miniatura per distruggere le loro testate.

Gli ucraini hanno inoltre sciaguratamente sovrastimato il potenziale in compattimento dei colossali carri armati Leopard, i mezzi da 66 tonnellate che hanno richiesto, sollecitato e infine praticamente preteso dai tedeschi. Il Leopard è simile all'M1 in dotazione all'esercito americano e all'israeliano Merkava IV (tutti e tre sono dotati di una corazza stratificata di 60 tonnellate e cannoni da 120 millimetri ad alta velocità), ma mancano di un dettaglio su cui sia l'M1 sia il Merkava fanno affidamento quando affrontano le truppe russe: Trophy, il sistema radar di difesa attiva che rileva i missili anti-carro in arrivo e li distrugge con cannoni in miniatura. I tedeschi stanno acquisendo il dispositivo, ma hanno insistito per testarlo loro stessi, ritardandone la spedizione in Ucraina. Senza la protezione di Trophy, i Leopard sono stati facile preda dei cacciatori russi di tank, armati di missili anticarro Kornet, non così spettacolari come i Javelin statunitensi che inseguono i loro bersagli, ma comunque altamente efficaci, con doppie testate che sconfiggono le corazze reattive. Così, quando la tanto attesa offensiva ucraina è finalmente iniziata, lo ha fatto purtroppo con la distruzione di alcuni dei preziosi Leopard che avrebbero dovuto aprire la strada.

Anche se Trophy dovesse arrivare ora, non c'è alcun rimedio in vista per la cosiddetta «transparent battlefield», ovvero la strategia hi-tech di raccolta di informazioni logistiche: la guerra è di fatto ridotta a uomini che si sparano addosso finché sono disponibili soldati e munizioni.

L'anno scorso, quando è iniziata la guerra, si sperava che le severe sanzioni avrebbero costretto la Russia a sedersi al tavolo dei negoziati. Naturalmente si sapeva che la Russia è autosufficiente dal punto di vista energetico e alimentare, ma era comunque ragionevole aspettarsi che la sua economia sarebbe stata gravemente danneggiata dall'improvvisa interruzione delle importazioni di un'ampia gamma di macchinari e pezzi di ricambio. Inoltre, quando si interrompono le forniture, il risultato è l'inflazione. Il problema è che ora, dopo 18 mesi di sanzioni, l'economia russa sta crescendo. Lo sta facendo lentamente, ma in misura pari a quella dell'Ue, e con un'inflazione che potrebbe essere ancora più bassa.

Pertanto, è chiaro che non ci sarà alcuna vittoria geoeconomica.

C'è quindi una sola strada da percorrere: combattere seriamente la guerra, come si conviene a una lotta di liberazione nazionale. La popolazione ucraina è diminuita, ma supera ancora i 30 milioni di abitanti, per cui il numero totale di soldati in uniforme potrebbe arrivare a tre milioni (la quota del 10% della popolazione raggiunta da Israele nel 1948) o almeno al 5% della Finlandia con i suoi riservisti, il che significherebbe un milione e mezzo di soldati. Molto più di oggi.

Con queste truppe, l'Ucraina potrebbe vincere le sue battaglie e liberare il suo territorio alla vecchia maniera, con un'estenuante guerra di resistenza, come nella maggior parte delle guerre d'indipendenza europee.

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