S ono arrivati tutti alla Cecchignola, negli appartamenti appositamente adibiti alla loro accoglienza, i 56 italiani, tra cui 6 bambini, che per i prossimi 14 giorni dovranno stare in quarantena dopo essere arrivati dalla città di Wuhan a bordo di un KC-767 dell'Aeronautica militare. A trasportarli due pullman militari. Tutti, compresi i medici che li accompagnavano e il personale militare indossavano mascherine e occhiali protettivi.
I loro parenti hanno potuto salutarli solo dal finestrino dei mezzi che li hanno trasportati fino all'ingresso del centro sportivo Esercito della città militare, dove ieri anche le proteste dei cittadini sembravano essersi calmate. Nonostante il malcontento è scattata la solidarietà verso persone costrette a vivere per giorni e giorni con l'angoscia di essere contagiate. Tra loro anche Lorenzo Di Berardino, studente 22enne di Pescara che appena atterrato ha inviato un sms ai genitori che lo attendevano al cancello dell'aeroporto di Pratica di Mare. Il padre Giulio ha spiegato ai giornalisti che per 15 giorni non potranno parlare con lui. Ma tutte le famiglie sono certe i loro congiunti siano in buone mani. Lo dice anche Valeria Corni, moglie di Michel Talignani, modenese che lavora per un'azienda di ceramiche e che è arrivato con quattro colleghi: «Ho sentito mio marito, stanno fortunatamente tutti bene e sono sollevati. Al momento non andrò a Pratica di Mare, sarebbe inutile, nel senso che non potrei incontrare mio marito, dato che stanno svolgendo tutti gli accertamenti medici del caso. Siamo tutti sollevati in ogni caso». Tra i 56 connazionali c'è anche Riccardo Ancora, 21 anni di Cormons, in provincia di Gorizia. Tutti hanno detto alle famiglie che a emergenza finita vogliono rientrare in Cina. Nel Paese del Dragone è invece rimasto un 17enne che l'altro ieri, alla partenza, presentava tosse e qualche linea di febbre. Era arrivato a Wuhan chiedendo di potersi imbarcare, ma lo screening ha mostrato i sintomi che lo hanno costretto a rimanere.
«Ha fatto il test e domani (oggi, ndr) dovremmo avere il risultato - ha spiegato il capo dell'Unità di crisi della Farnesina Stefano Varecchia - . La sua situazione è abbastanza calma, è curato da due signore italiane in un appartamento dell'ambasciata che è costantemente in contatto con lui». Qualora non si trattasse di Coronavirus si troverà il modo di farlo tornare in tempi brevi.
Intanto, i 56 ospiti della Cecchignola vengono costantemente monitorati da militari e medici, che sono in diretto contatto con l'ospedale Spallanzani di Roma per qualsiasi emergenza si dovesse venire a creare.
Per loro il ministero della Difesa, grazie all'impegno del ministro Lorenzo Guerini, ha messo a disposizione ogni cosa necessaria. Hanno tv, culle per i bambini, l'occorrente per l'igiene personale e tre pasti al giorno. Tra due settimane, se tutto andrà bene, potranno finalmente fare ritorno alle loro abitazioni.
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