Matteo Salvini candidato-premier, governo del centrodestra, apertura sul programma alle forze che vogliono condividerlo, ma senza veti nelle trattative su Silvio Berlusconi. In sintesi, sarà questo il messaggio che porterà giovedì sul Colle la delegazione di Forza Italia. Che sarà guidata dal leader azzurro e comprenderà i due capigruppi alle Camere, Annamaria Bernini e Mariastella Gelmini. Potrebbe farne parte anche il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, di cui si parla come futuro vicepresidente del partito.
FI deciderà i dettagli nella riunione preparatoria di mercoledì a Roma, ma certo l'intenzione è di contribuire ad uscire dallo stallo e allontanare lo spettro di elezioni anticipate. Almeno in questa prima fase, l'indicazione di un governo di centrodestra sarà secca. E c'è una certa freddezza verso la linea dell'accordo con Luigi Di Maio e il M5S, indicata da Matteo Salvini. Berlusconi non avrebbe abbandonato l'idea di un esecutivo che potrebbe essere appoggiato dal Pd, se tornerà nella partita. Soprattutto perchè con il M5s c'è da superare l'ostacolo della preclusione verso il Cav, che non tollera di avere un ruolo marginale. Questo è il punto più delicato, visto che i grillini insistono a dire che non sono «disposti a riabilitare Berlusconi», nè a diventare «artefici di un nuovo Nazareno», come affermava domenica Riccardo Fraccaro, questore 5s della Camera.
Fi ha voluto presentarsi separatamente da Lega e Fdi alle consultazioni, mentre Salvini premeva per un'unica delegazione. Vuole così preservare la sua identità (anche se per la prima volta è la seconda forza della coalizione) e il ruolo del suo leader, contro le pressioni di chi spinge verso la formazione di un partito unico del centrodestra. Ricorda di avere 170 parlamentari e il secondo gruppo al Senato. «Non c'è divisione - spiega la capogruppo alla Camera, Gelmini -, ma dentro una cornice unitaria andremo con delegazioni singole perché ognuno rimarcherà la propria specificità.
Senza l'apporto di Fi il centrodestra non avrebbe vinto». Il partito vuole far pesare il suo 14% nel successo della coalizione, sottolineare che solo il centrodestra unito, con il suo 37%, legittima Salvini a pretendere la guida del governo. AMG
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