Espulsione per la Sarti. Casalino nella bufera: mi ha messo in mezzo

Il portavoce si sfila ma l'ex della deputata minaccia Di Maio: "Uomo avvisato..."

Espulsione per la Sarti. Casalino nella bufera: mi ha messo in mezzo

La bufera Sarti si è abbattuta sul Movimento cinque stelle, che ora all'improvviso scarica la parlamentare, fin qui protetta e promossa.

La parola d'ordine è: sacrificare Giulia per tentare di salvare la faccia. Un po' come Giulia aveva sacrificato il fidanzato per salvare la propria, ed essere rieletta. Ma se in un primo momento si era pensato di controllare lo scandalo facendo annunciare alla Sarti le dimissioni dalla presidenza della Commissione Giustizia e l'autosospensione dal partito, ben presto ci si è accorti che non sarebbe bastato. E che le imbarazzanti rivelazioni uscite dalle carte processuali inguaiano i piani alti del partito Casaleggio, con il coinvolgimento di Rocco Casalino, e mettono in grave imbarazzo anche Palazzo Chigi. Con il Pd che chiede le dimissioni immediate del portavoce del premier Conte: «Dagli atti del processo emerge che Casalino avrebbe istigato Giulia Sarti a commettere un reato di calunnia, istigandola a delinquere», ha denunciato ieri in aula a Montecitorio la Dem Alessia Morani.

Così Gigino Di Maio, che avrebbe preferito stare ben lontano dalla melmosa vicenda, è dovuto urgentemente scendere in campo, annunciando con voce tonante che giustizia sarà fatta: «Ora il Movimento dovrà decidere l'espulsione, che credo doverosa». L'ineffabile Rocco si difende: «La Sarti si è coperta dietro il mio nome con l'allora compagno, se io avessi saputo di ammanchi o giri strani l'avrei messa fuori».

L'allarme rosso era suonato già martedì, quando da Rimini si è avuta notizia dell'archiviazione dell'inchiesta contro Bogdan Andrea Tibusche, l'ex compagno che la Sarti - tirata in ballo dalle Iene nell'affaire Rimborsopoli - aveva denunciato per appropriazione indebita, accusandolo di averle sottratto i denari con falsi bonifici. Aveva subito suscitato curiosità quella excusatio non petita infilata dalla Sarti nel comunicato con cui martedì annunciava le dimissioni: «Tengo a precisare che né Ilaria Loquenzi (dello staff Comunicazione di M5s, ndr) né Rocco Casalino mi hanno spinto a denunciare nessuno, ma si sono limitati a starmi vicino». Appena sono diventate pubbliche le chat telefoniche tra la deputata e il fidanzato, usate da quest'ultimo per scagionarsi, è stata chiara la ragione di quella «precisazione», suggerita probabilmente dai legali del Movimento: «Mi hanno chiesto di denunciare te. Perché mi stanno chiedendo come uscire da questa storia», scriveva Sarti a Tibusche nel 2018. Chi?, chiedeva lui. «Me lo ha chiesto Ilaria con Rocco, per salvarmi la faccia», la replica. Una vera e propria bomba, che ha costretto il partito Casaleggio a correre precipitosamente ai ripari, scaricando brutalmente la parlamentare.

Basterà? Difficile. L'ex fidanzato, scagionato dai magistrati, annuncia che non è finita qui, e che potrebbe essere lui, ora, a denunciare chi lo calunniò. E accusa Casalino via social: «Fa lo gnorri e scarica la Sarti, ma sapeva tutto». Ne ha pure per Di Maio: «Se proprio vuoi espellere qualcuno per salvare la Ditta, espelli Rocco e Ilaria. Uomo avvisato, mezzo salvato».

Il colpo all'immagine del sedicente «movimento degli onesti» è durissimo, tanto più dopo la batosta elettorale sarda. Del resto la vicenda era apparsa ambigua fin dall'inizio e molti si erano chiesti perché la Sarti, dopo aver scaricato la colpa dei 23mila euro di mancati rimborsi sul fidanzato, fosse stata non solo ricandidata e rieletta ma perfino premiata con la nomina a presidente - nientemeno - della Commissione Giustizia.

Tanto da diventare il «volto» della battaglia sulla cosiddetta «legge Spazzacorrotti». D'altronde, come lei stessa tuonava in un tweet del 2013, invecchiato male come il M5s: «Noi non abbiamo prezzo. Perché l'onestà non si compra: o ce l'hai di tuo, o sei come loro». Ecco.

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