Guerra in Ucraina

Ex capo dell'Fbi fermato all'aeroporto Jfk. "Pagato da Deripaska, un oligarca putiniano"

McGonigal aveva cercato di far rimuovere il russo dalla lista delle sanzioni

Ex capo dell'Fbi fermato all'aeroporto Jfk. "Pagato da Deripaska, un oligarca putiniano"

Relazioni pericolose. Un ex agente dell'Fbi è stato arrestato per i suoi legami con l'oligarca russo Oleg Deripaska. Charles McGonigal - ex agente speciale responsabile dell'antiterrorismo nell'ufficio dell'Fbi di New York - è stato fermato all'aeroporto John Fitzgerald Kennedy, di rientro dallo Sri Lanka. McGonigal, che ha lasciato l'agenzia federale nel 2018, è accusato di aver violato le sanzioni americane per aver cercato di far rimuovere Deripaska dalla lista delle persone sanzionate dagli Stati Uniti.

L'ex agente dell'Fbi è accusato, secondo le prime ricostruzioni del New York Times, di aver ricevuto pagamenti da Deripaska in cambio di indagini sui rivali dell'oligarca russo. Deripaska, tycoon dell'alluminio con legami con il presidente russo Vladimir Putin, è stato cliente di Paul Manafort, l'ex manager della campagna elettorale di Donald Trump. McGonigal si è dichiarato, tramite il suo legale, non colpevole. «Charlie è stato al servizio degli Stati Uniti in modo efficace per decenni. Abbiamo valutato le accuse mosse dal governo e attendiamo di vedere le prove su cui intende basarsi», ha spiegato l'avvocato dell'ex agente. L'arresto ha colto di sorpreso gli ex colleghi di McGonigal.

Nonostante gli intrecci pericolosi, le sanzioni occidentali imposte per la guerra in Ucraina colpiscono duro gli oligarchi russi: secondo il Bloomberg Billionaires Index, i miliardari dello zar hanno perso quasi 95 miliardi di dollari nel 2022, pari a 330 milioni al giorno da quando il Cremlino ha invaso l'Ucraina. Il grande perdente è stato Roman Abramovich, l'ex proprietario del Chelsea FC, con la sua fortuna in calo del 57% a 7,8 miliardi di dollari. Secondo la statistica, Abramovich è stato uno dei primi oligarchi a essere sottoposto a sanzioni britanniche il 10 marzo dopo che la Gran Bretagna lo ha accusato di avere «chiari legami» con il regime di Vladimir Putin e di far parte di un gruppo di ricchi uomini d'affari russi che avevano «le mani sporche di sangue». Anche il patrimonio di Gennady Timchenko, miliardario investitore energetico e amico intimo di Putin, si è ridotto del 48% a 11,8 miliardi di dollari, e Suleiman Kerimov, un altro alleato del presidente russo e attuale proprietario della compagnia mineraria Polyus, ha perso il 41%, scendendo a 9 miliardi di dollari. Solo nel Regno Unito sono stati congelati più di 18 miliardi di sterline di beni appartenenti a oligarchi e altri russi con sanzioni imposte a 1.271 persone. Non ha perso solo soldi a causa delle sanzioni ma è incappato anche in guai con la giustizia inglese un altro milionario russo di primo profilo: Mikhail Fridman, nato nell'Ucraina e allora sovietica Leopoli, dove ancora vivono i suoi genitori ma cresciuto in Russia, è stato fermato il 3 dicembre dalla National Crime Agency (Nca) con l'accusa di riciclaggio di denaro sporco e falsa testimonianza al ministero dell'Interno.

Fridman, cofondatore del gigante russo di investimenti Alfa-Group, era, secondo Forbes, il settimo uomo più ricco di Russia nel 2017 e, stando al Bloomberg Billionaire Index, nell'agosto 2022, nonostante le sanzioni, aveva ancora un patrimonio netto teorico di circa 11 miliardi di euro.

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