Coronavirus

Fabbriche, c'è l'accordo: chiusure temporanee, kit sicurezza e telelavoro

Intesa Confindustria-sindacati. L'esecutivo promette le mascherine, nessuno ci crede

Fabbriche, c'è l'accordo: chiusure temporanee, kit sicurezza e telelavoro

Sì alla possibilità di chiudere le aziende, ma solo per il tempo necessario a mettere in sicurezza fabbriche, impianti e mense. Niente sanzioni per le imprese, ma regole stringenti per garantire la salute dei lavoratori.

La trattativa tra sindacati e imprese sull'emergenza Coronavirus è durata tutta la notte di sabato. Maratona durante la quale non sono mancati torni duri e tensioni, tanto che il confronto è stato interrotto. Le parti (Confindustria, Confapi, Rete imprese e altre associazioni datoriali, Cgil, Cisl e Uil e il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri per il governo) sono tornate al tavolo virtuale poco prima dell'alba e poi hanno accelerato fino alla firma. Impossibile fare diversamente, spiegava ieri un sindacalista, anche se gli stessi confederali temono che nelle fabbriche del Nord le misure non siano ritenute sufficienti dalle tute blu che chiedevano uno stop della produzione fino a emergenza rientrata.

Sul fronte opposto le imprese hanno dovuto rinunciare alla richiesta di varare un accordo meno stringente e non mancano dubbi su come potrà essere applicato l'accordo.

La premessa dell'intesa è che sarà possibile chiudere le fabbriche per un po'. «La prosecuzione delle attività produttive può avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione» e, dietro ricorso agli ammortizzatori sociali, «si può prevedere anche la riduzione o la sospensione temporanea delle attività». I reparti diversi dalla produzione dovranno essere chiusi per adottare lo smart working ogni volta sia possibile. Si può poi «procedere a una rimodulazione dei livelli produttivi». Sospese o annullate le trasferte.

Ma l'accordo entra anche nel dettaglio delle misure di sicurezza che dovranno adottare dipendenti e datori, con obblighi più stringenti rispetto a quelli dei decreti del governo.

C'è la misurazione della temperatura per i dipendenti all'ingresso del luogo di lavoro. Chi è sopra i 37,5 gradi sarà isolato e dovrà contattare il medico curante. Ingresso precluso a chi negli ultimi 14 giorni ha avuto contatti con soggetti positivi al Covid-19. Autisti e fornitori devono rimanere fuori dai luoghi di lavoro, ridotto il più possibile l'ingresso ai visitatori. L'azienda deve garantire pulizia giornaliera e sanificazione periodica di tutti i locali e delle attrezzature, compresi i computer.

L'azienda mette a disposizione il liquido detergente per le mani, nella versione raccomandata dall'Oms. L'ingresso negli spazi comuni come la mensa è contingentato.

C'è anche un capitolo dedicato alle mascherine. Se non è possibile evitare una distanza tra persone di un metro l'azienda le deve metterle a disposizione dei dipendenti. Punto controverso vista la difficoltà a reperirle. Il commissario Arcuri ha assicurato che il governo darà a tutti i lavoratori un kit. Ma ieri fonti sindacali esprimevano scetticismo.

Molte imprese hanno già deciso la chiusura, come Lamborghini, Almaviva e Ansaldo Energia. Altre si sono aggiunge ieri, come Scavolini il cui fondatore Valter Scavolini ieri ha criticato il governo per avere lasciato la scelta ai singoli. Altri ancora come Whirlpool hanno siglato intese con i sindacati che hanno anticipato il protocollo sulla sicurezza.

Resta da vedere come sarà recepita l'intesa nelle fabbriche dove nei giorni scorsi sono partiti gli scioperi spontanei.

Commenti