Fallisce il piano Renzi sulle banche

Neppure un intervento del ministero a mercati aperti frena le vendite. Crollano i titoli degli istituti che affondano la Borsa

Fallisce il piano Renzi sulle banche

Roma - Il sospetto che il nuovo calo di Borsa sia in buona parte attribuibile all'accordo sulle mini bad bank si fa largo al ministero dell'Economia intorno all'ora di pranzo. In quel momento, l'indice generale già perde il 3%: anche le altre Borse sono in negativo per il rallentamento cinese. I segnali che arrivano dal fronte petrolifero, però, inducono alla cautela. Sul piatto c'è l'idea russa di fare un accordo con l'Opec per un taglio della produzione; addirittura, gira voce - alimentata da Mosca - che l'operazione sarebbe condivisa con l'Arabia Saudita.I titoli petroliferi riprendono fiato, il greggio aumenta (di pochi dollari il barile). Ed i listini, già in calo, attenuano la caduta. Su queste voci, Wall Street apre addirittura in positivo. È sufficiente, però, una smentita del taglio della produzione, e tutto ricrolla.Nel primo pomeriggio Milano è sotto di oltre il 4%. Così, il ministero dell'Economia, per correre ai ripari, manda un proprio tecnico davanti ai microfoni di Bloomberg. A mercati aperti. Alessandro Rivera spiega che la garanzia pubblica sulle sofferenze bancarie arriverà a fine marzo. E annuncia un decreto legge da parte del governo: così da avere effetto immediato.Una mossa quasi disperata. Il mercato se ne accorge ed ormai si parla apertamente di «effetto Padoan» sulle Borse.Milano chiude a -3,49%. E a trascinarla verso il basso - guarda caso - tutti i titoli bancari. Monte dei Paschi perde il 7,88%. E trascina anche le banche coinvolte in una sua eventuale aggregazione. A partire dalla Bpm, che cede il 9,81%. Per passare a Ubi, con -4,64%. Ma anche Unicredit che perde il 6,48%.Nei piani alti del governo, infatti, viene ipotizzata una fusione con la banca senese; anche quale spinta per avviare un aumento di capitale che i vertici di Unicredit dicono non sia necessario. E sempre dal governo viene benedetta la fusione fra Banca popolare di Milano e Banco popolare. Male anche Fca (-7,19%) che continua a rimandare il piano di rilancio per l'Alfa Romeo. E le Generali per l'abbandono di Greco (-4,08%). Mentre i titoli petroliferi risentono positivamente delle voci (poi smentite) di un fermento del mercato.Vanno male anche tutte le Borse europee, trascinate verso il basso dal rallentamento dell'economia cinese. E su questa tendenza generalizzata si aggiunge l'impatto (negativo) delle soluzioni individuate (od imposte) a livello europeo per le sofferenze bancarie italiane.La critica maggiore al meccanismo individuato si concentra sulla circostanza che le soluzioni messe a punto possono risolvere solo in parte il problema delle sofferenze. Secondo stime, sanerebbero solo 40 dei 200 miliardi di «no performing loans».E le risposte del mercato sono lì dimostrare che, probabilmente, l'accordo di Bruxelles non è esaustivo. Lo dicono chiaro e tondo i consumatori di Adusbef e Federconsumatori e Renato Brunetta.L'accordo del ministro Padoan con l'Europa sulle bad bank, invece che risolvere, sta aggravando i problemi delle banche: dicono le organizzazioni dei consumatori. E non nascondono di sospettare che dietro l'accordo ci sia «un vero e proprio regalo per gli acquirenti», viste le modalità tecniche previste dall'intesa sulle bad bank.Più diretto, il presidente dei deputati di Forza Italia. «Nonostante l'imbroglio della bad bank, i titoli del settore bancario italiano sono in caduta libera», osserva Brunetta. Che aggiunge: «Se i mercati hanno sempre ragione, allora i mercati stanno bocciando Renzi e Padoan».

E conclude: «bella tempra da combattente quella di Padoan: non solo ha subìto, ma ha venduto l'accordo con l'Ue come una grande vittoria. In realtà ha perso. E non solo lui, ma il Paese. A questo punto come dare torto a Banca d'Italia quando chiede di rivedere al più presto le regole del bail in?».

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