Marco Gemelli
Non potendo avere figli avrebbero «commissionato» una bambina a una donna rom senza fissa dimora, facendola arrivare apposta in Italia lo scorso agosto per partorire la piccola in ospedale e usando i documenti della donna che poi sarebbe risultata come la futura madre. Peccato che il gruppo sanguigno della mamma biologica non è risultato compatibile con quello della donna che risultava dai documenti, e che in passato aveva effettuato analisi proprio in quella struttura sanitaria. È solo grazie alle verifiche ematiche che è stato scoperto l'inganno e fatta luce su una presunta compravendita di bambini. Ieri a Montevarchi (Arezzo) è scattata una denuncia ai danni di un uomo, un 36enne indiano di origine romena con un lavoro regolare sul territorio e la moglie, una 41enne casalinga connazionale. Per entrambi, l'accusa è di alterazione di stato. Il tribunale dei minori di Firenze ha invece stabilito che la piccola venisse data in consegna ai servizi sociali di Montevarchi e da lì affidata a una famiglia della zona per l'adozione non appena l'iter processuale arriverà a conclusione. A richiedere l'intervento degli agenti del commissariato e a far scattare le indagini è stata la direzione sanitaria dell'ospedale valdarnese della Gruccia perché le modalità del ricovero e del parto, secondo i medici, presentavano alcune incongruenze: controllando i documenti della donna, il vicequestore aggiunto Mauro Mancini Proietti ha scoperto che la fotografia della donna sembrava essere stata staccata e riattaccata. Un supplemento d'indagine ha fatto emergere che proprio quel documento, ma con una foto diversa, è stato usato in ospedale dalla giovane rom che ha partorito la piccola, che però non era la moglie del trentenne.
A quel punto, per gli uomini della sezione anticrimine del commissariato di polizia non è stato difficile ricostruire i passaggi e risalire ai fatti: le forze dell'ordine hanno scoperto che la bambina era effettivamente figlia della giovane rom, che subito dopo averla data alla luce l'ha consegnata alla coppia. In particolare, a poche settimane dal parto, la coppia di stranieri era stata convocata dal direttore sanitario dell'ospedale per una serie di verifiche: la madre e il padre della piccola si erano regolarmente presentati con la bambina, dichiarandosi sorpresi delle inesattezze emerse.
Per fugare ogni dubbio la struttura sanitaria ha poi richiesto i rispettivi documenti di identità e di ricovero: è in quel momento quando i medici hanno notavo che le foto risultavano manomesse, staccate e sovrapposte che sono stati allertati gli inquirenti. Le indagini vanno avanti per capire se ci sia stato uno scambio di denaro e se sussistano legami con eventuali organizzazioni internazionali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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