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"Faremo guerriglie democratiche". Grillo vola a Montecitorio per istruire i pentastellati

"Con il Pd c’è un confronto sulla legge elettorale, ma sia chiaro che noi non ci faremo prendere in giro". E poi: "Faremo guerriglie democratiche"

"Faremo guerriglie democratiche". Grillo vola a Montecitorio  per istruire i pentastellati

"Faremo delle guerriglie democratiche". Beppe Grillo, entrando a Montecitorio per l’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari di Camera e Senato del Movimento 5 Stelle, annuncia battaglie sul tema delle riforme. Dopo la linea ondivaga tenuta nell'ultimo periodo (con prima l'apertura al Pd seguita dalla netta chiusura), il leader pentastellato prova a serrare i ranghi e dare ai suoi una linea univoca. Ma ci sarà anche il faccia a faccia con Luigi Di Maio, il vicepresidente della Camera, delegittimato dal duo Grillo-Casaleggio per aver osato fissare un nuovo appuntamento con i democratici per continuare a trattare sulla legge elettorale.

E proprio alla domanda specifica se "riconoscesse" la linea di Luigi Di Maio Grillo ha risposto: "Di Maio è una persona straordinaria. Siamo tutti cittadini straordinari, ma siamo stati messi all’angolo". Poi l'ex comico ha aggiunto: "C’è in gioco l’economia di questo Paese, a settembre ve ne accorgerete, ci sono in ballo dieci anni di futuro dei nostri figli. Noi andiamo avanti con la legge elettorale, ma adesso, da qui all’8 agosto, c’è in gioco la democrazia di questo Paese, non solo il dialogo. Combineranno delle cose incredibili".

"Con il Partito Democratico c’è un confronto sulla legge elettorale, ma sia chiaro che noi non ci faremo prendere in giro", ha spiegato Grillo ribadendo la richiesta del suo movimento di fare un Senato elettivo, di dimezzare il numero dei parlamentari anche alla Camera e di introdurre il voto di preferenza. Secondo Grillo "è inaccettabile la fretta di Renzi sulle riforme che vuole cambiare la Costituzione a tutti i costi nel mese di agosto".

Infine, in merito alla campagna di comunicazione del M5S, Grillo ha detto ai suoi: "No alle presenze in televisione, bisogna tornare in strada per riprendere il contatto con la gente.

La televisione ha fatto male al movimento ed è una delle cause del risultato delle Europee".

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