«Farmaci al supermercato: risparmiare senza far code»

L'ad di Conad: «Chiederemo a Roma di liberalizzare quelli della fascia C. Abbiamo già 83mila adesioni»

Enza Cusmai«Abbiamo raccolto già 83mila adesioni, di cui 24mila on- line sul sito www.liberalizziamoci.it, a quota 100mila consegniamo tutto al premier Renzi che sarà costretto a riflettere sulle nostre proposte». Francesco Pugliese, ad e direttore generale di Conad, lei sembra molto agguerrito. Per cosa state raccogliendo firme?«Per poter vendere nelle parafarmacie farmaci di fascia C, vale a dire quei 3.800 farmaci utilizzati per patologie di lieve entità come antidolorifici, antinfiammatori, ansiolitici, antidepressivi che si acquistano solo con la prescrizione del medico ma il cui costo è a carico del cittadino».E non è ancora così?«In effetti sono molti i clienti che chiedono il perché di questo controsenso. Si parla tanto di liberalizzazione e poi le farmacie rimangono una casta chiusa».Be' però si tratta di vendere farmaci, settore delicato.«Senza dubbio. Ma forse molti non sanno che le parafarmacie non sono delle appendici dei supermercati. Sono luoghi delimitati e dotati di una totale autonomia. Inoltre, cosa più importante, sono gestiti da farmacisti con tanto di laurea e di iscrizione all'Ordine».Nonostante ciò non possono vendere ancora farmaci che il consumatore paga di tasca propria?«Esatto. Ci concedono aspirina e tachipirina, ma solo in parte. Se il dosaggio è 1.000 si deve andare in farmacia perché serve la ricetta».Un po' stressante per il consumatore.«E anche più costoso. Se i farmaci di fascia C, cioè non rimborsabili, fossero liberalizzati allora il consumatore potrebbe acquistare comodamente alla fine della spesa i medicinali che gli servono, evitare code in farmacia e risparmiare».Come si può risparmiare sui farmaci?«Semplice. Oggi i farmaci di fascia C producono circa 3 miliardi di fatturato. Se fossero liberalizzati ci sarebbe più competizione con un beneficio per i cittadini stimato tra i 500 e i 900 milioni all'anno. Potrebbe avvenire la stessa cosa che accaduto per i farmaci da banco dove si è avuta una riduzione dei prezzi fino al 20%».Vista così sembra una scelta obbligata.«Infatti dovrebbe esserlo. Tanto più che l'Antitrust, in due audizioni in Camera e Senato, ha già sollecitato la liberalizzazione di farmaci in fascia C e la stessa ministra dello Sviluppo economico, Federica Guidi è d'accordo. Per questo anche Federconsumatori, Altroconsumo e Federazione nazionale parafarmacie italiane aderiscono alla petizione».Chi rema contro la liberalizzazione?«Federfarma difende la vendita di questi medicinali all'interno delle farmacie perché dice che sono presidi per la salute del servizio sanitario nazionale; dice che la vendita esterna dei farmaci di fascia C sarebbe uno svilimento per la figura del farmacista».Ma non li avete anche voi i farmacisti?«Esatto. Soltanto Conad ha 400 farmacisti in 100 parafarmacie, tutti professionisti che ora hanno un lavoro e non hanno avuto la possibilità di comprarsi la licenza di una farmacia».

E a questo punto perché il governo ancora non interviene?«Perché sembra che il ministro della sanità Beatrice Lorenzin non sia d'accordo. Speriamo di farle cambiare idea con la raccolta di firme di operatori e di consumatori».

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