La difesa del principale indagato della vicenda "dossieraggio", l'ex luogotenente della Finanza Pasquale Striano, è tutta condensata nelle telefonate e nelle chat con amici e parenti agli atti dell'inchiesta, nata da un esposto del ministro Guido Crosetto, della Procura di Roma. Difficile pensare che Striano, da investigatore di esperienza, non immaginasse di essere intercettato, visto che la notizia delle indagini era ormai nota. Tuttavia, a leggere le intercettazioni, gli sfoghi del finanziere con le persone a lui vicine riportano a una "convinzione". Quella di avere contro i "poteri forti", di essere un "capro espiatorio".
A Striano viene oggi contestata una montagna di documenti riservati scaricati in modo abusivo dalle banche dati della Direziona nazionale antimafia e della Finanza, mentre era in servizio nell'ufficio Sos della Superprocura. Impossibile spiegare quella quantità di ricerche solo con le richieste di tre giornalisti del Domani, indagati per concorso, che avevano in Striano una fonte. Ipotetici mandanti però finora non ne sono emersi, e nemmeno flussi di denaro. Nel febbraio 2024, al telefono con un amico il finanziere si indigna per i titoli di giornale sul già ribattezzato "dossieraggio". E tira in ballo presunte guerre intestine: "Adesso si stanno ammazzando fra magistrati, prima c'era il ministro, poi ci sono i dossieraggi, che non hanno mai trovato perché non li troveranno mai perché non ho mai fatto questa roba. Poi non hanno trovato i soldi () e non si chiedono, non si spiegano per quale motivo io ho fatto questa roba, ma io glielo andrò a spiegare. Però certo - continua - tu ti metti Procura Nazionale, Procura di Perugia, Procura di Roma, politici di un certo livello, ma io a dove cazzo vado? Devo fare la lotta contro tutti? lo andrò a spiegare il sistema andrò a spiegare i metodi però è chiaro che poi soccomberò pure in qualcosa, ma lo faccio con onore".
E tutti quelle ricerche di informazioni riservate su centinaia di persone, molte esposte politicamente, senza alcuna ragione di servizio, come sostengono i pm? L'ho fatto per il mio lavoro, confida a un interlocutore. L'ho fatto troppo bene e l'ho fatto pure in una maniera ossessiva - dice a un altro - Oggi mi sto mangiando le mani con me stesso. Perché potevo essere un po' più paraculo ()".
Si descrive infatti come un investigatore particolarmente appassionato: "A chi gliela spiego però sta passione?". Con Striano sono indagate altre 19 persone, che a vario titolo si sarebbero rivolte a lui per ottenere informazioni sensibili. Amici, uomini delle forze dell'ordine, persino l'amministratore del condominio: "Avrò fatto qualche favore a qualche amico ma sicuramente con finalità di giustizia, non che creavamo le indagini per conto nostro () Quando uno ti chiede: Pasquale, mi dai un suggerimento, mi dai un consiglio? Lo tante volte mi sono messo a disposizione".
Poi si riferisce all'eventuale processo che dovrà affrontare e avverte: "Quando andrò in aula sarò un fiume in piena, ma senza accusare neanche nessuno, il concetto principale è che io tutto quello che ho fatto l'ho fatto per lavoro".
Ammette che "possono trovare pure cose sbagliate, ma le mie finalità erano sempre quelle. Perché se uno a fianco a me mi dice che qui stanno facendo questo, io andavo a fare l'accertamento () Perché avevo la libertà di poterlo fare".