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La fedeltà alla Nato premia il centrodestra. I sondaggi: male chi resta nell'ambiguità

Tecnè rivela: negli ultimi sei mesi il partito che ha guadagnato più punti percentuali è Forza Italia, da sempre fedele alla cosiddetta linea atlantica

La fedeltà alla Nato premia il centrodestra. I sondaggi: male chi resta nell'ambiguità

L'aderenza convinta ai principi del Patto atlantico, in un contesto così delicato come quello caratterizzato dall'attacco russo all'Ucraina, diventa il termometro della salute dei partiti politici italiani. Lo schierarsi senza tentennamenti al fianco del governo e della strategia politica perseguita dai vertici della Nato sta premiando, in termini di consenso, Fratelli d'Italia e Forza Italia. Mentre, sempre nel centrodestra, la posizione più articolata della Lega non sembra convincere gran parte di quell'elettorato che continua a sostenere la coalizione.

In Aula a Montecitorio il capogruppo del Carroccio ha ribadito con fermezza che la Lega: «Non accetta lezioni di atlantismo da nessuno». «Tanto meno - ha aggiunto - da chi ha alle spalle un partito che tradizionalmente ha avuto forti contatti con l'Unione Sovietica».

La posizione della Lega, però, risulta sfumata sulla questione come dimostra l'ultimo sondaggio pubblicato da Tecnè per l'agenzia di stampa Dire. Negli ultimi sei mesi il Carroccio ha perso il 3,5% dei consensi. Nella stessa rilevazione il partito che negli ultimi sei mesi ha guadagnato una maggiore percentuale di consensi è Forza Italia che, come assicurano i vertici, viene premiata perché da tempo porta avanti a livello comunitario la battaglia politica per una «difesa comune», con un esercito europeo. Forza Italia, infatti, negli ultimi sei mesi ha guadagnato 4 punti percentuali. Premiati, assicurano, perché non siamo mai usciti dal solco dell'Atlantismo. E proprio nelle celebrazioni di Antonio Martino, l'ex ministro azzurro scomparso il 5 marzo scorso, è stato da più parti sottolineata la sua fedeltà al Patto atlantico. Punto sul quale aveva trovato uno dei fondamentali punti aggregativi con Silvio Berlusconi quando questi, nel 1994, lo aveva coinvolto nella fondazione del partito. Anche in questi ultimi giorni gli azzurri sono andati sottolineando l'importanza non soltanto della difesa atlantica ma anche di un'ancora più stringente collaborazione tra Unione europea e Nato.

Commentando la «bussola strategica» approvata dal Consiglio europeo (ovvero il documento che «fornisce l'orientamento per il prossimo decennio e definisce un insieme coerente di azioni, modi e mezzi e obiettivi chiari necessari per questo nuovo slancio»), il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè ha spiegato la valenza di questa stessa collaborazione. «Si tratta - ha detto il sottosegretario azzurro - di un documento che stabilisce una serie di azioni concrete con scadenze temporali precise e mette insieme l'Unione europea e la Nato come due organizzazioni complementari e sinergiche. Costruire insieme un pilastro europeo dell'Alleanza Atlantica attraverso l'Europa della difesa vuol dire promuovere pace, stabilità, sicurezza e cooperazione».

«Rispetto a Putin non vedo alcuna ambiguità e vicinanza - ha detto la ministra Mariastella Gelmini, commentando il discorso di Zelensky al nostro Parlamento - in passato, da Berlusconi a Prodi, si è tenuto un rapporto di collaborazione con l'Europa. Noi ci siamo schierati compattamente con l'Unione e gli alleati della Nato».

Anche la determinazione e la chiarezza della posizione di Fratelli d'Italia è, secondo gli analisti, all'origine della lievitazione del consenso (più modesta: 1,3% negli ultimi sei mesi).

Da tempo la Meloni ha accettato di sposare senza riserva l'Alleanza atlantica e per sottolineare il cambio di passo ha stretto rapporti privilegiati con i repubblicani americani e i tories britannici.

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