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"Fenix", la generazione in lotta contro i tecnocrati

I ragazzi meloniani tra l'eredità dei "grandi" e la battaglia anti-woke

"Fenix", la generazione in lotta contro i tecnocrati
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nostro inviato a Roma

Una gioventù per difendere il primato della politica. La generazione Fenix, a differenza della generazione Atreju che è cresciuta nel tempo del "nulla che avanza" e che è scesa in campo negli anni delle stragi di mafia contro i giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, si muove in una società liquida. Un mondo dove i riferimenti saltano e il nichilismo viene definito libertà. Sono i ragazzi di Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fdi guidato da Fabio Roscani, deputato, come da tradizione della destra per i presidenti nazionali. In un'epoca che propone individualismo assoluto, fragilità dei legami e relativismo, Gn rivendica la politica come comunità. Una tensione che emerge anche da luoghi simbolo come la Garbatella, la sezione da cui arriva Giorgia Meloni. Qui milita Francesca, giovanissima: "Militare alla Garbatella significa toccare con mano che cambiare le cose è possibile". È una consapevolezza che richiama parole antiche, quelle di Tolkien: "Sono spesso le piccole mani ad agire per necessità, mentre gli occhi dei grandi sono rivolti altrove". Lo scrittore fantasy resta un riferimento vivo della destra giovanile. Ma accanto a lui emergono altri nomi, altre suggestioni: Yukio Mishima, con la sua coerenza tra parola e vita, e Pier Paolo Pasolini, nella sua critica radicale all'omologazione. "Non abbiamo bisogno di etichettare gli intellettuali", sottolineano i ragazzi. Fenix, il nome della festa di Gn, si forma dopo il fallimento dei governi tecnici, quando la politica sembrava ridotta a mera gestione e la finanza a unico orizzonte. "Volevamo ristabilire il primato dei popoli e della politica, delle idee e delle grandi tensioni ideali su finanza speculativa e austerità", spiega Roscani. Da qui battaglie identitarie nette, dal contrasto alla cancel culture alla critica dell'ideologia woke. Atreju resta un pilastro. E Gn ne costituisce la spina dorsale. I giovani sono la base dei volontari della kermesse, il motore silenzioso che rende possibile ogni edizione della festa. Sono loro a montare e smontare le strutture, a sistemare le sedie prima dei dibattiti, a presidiare gli spazi, a coordinare i flussi di pubblico. Un atteggiamento ereditato da Giorgia Meloni e da Azione giovani.

Andrea Piepoli, dell'esecutivo nazionale di Gn, rimarca un altro aspetto: "Da anni nel villaggio accogliamo associazioni e realtà del volontariato che lavorano ogni giorno sul territorio: dalla Comunità Incontro, fondata da don Gelmini e in prima linea contro le tossicodipendenze, a Rosso Bebè, che nella periferia romana sostiene bambini affetti da autismo". È l'economia del dono, una delle basi dell'essere comunità.

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