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Ferragni fa la martire. "Odio contro di me"

Il mea culpa dell'influencer in tv: voglio il mondo reale. Su Fedez: "Periodo di crisi ma ci sentiamo"

Ferragni fa la martire. "Odio contro di me"

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Di veramente memorabile nella mezzoretta di intervista con Fabio Fazio c'è la nuova massima di Chiara Ferragni: «Bisogna rendersi conto che i social non sono tutto». Detto da lei, che sui social ha costruito tutto, è come se Sinner garantisse che per lui il tennis non è poi così importante. Insomma, l'attesissima apparizione della più famosa influencer del mondo a Che tempo che fa non ha aggiunto molto alla «narrazione» (oggi si dice così) delle ultime settimane. In sostanza, riguardo al «Pandoro Gate» la signora Fedez ribadisce quanto detto nel famoso video con la tuta grigia e cioè che «se qualcuno ha frainteso, allora alcune cose avrebbero potute essere fatte meglio». E che «non rifarei queste operazioni, da ora in avanti credo che le attività benefiche debbano essere separate da quelle commerciali». Brava, bene, ma capirlo prima no? E in merito alla separazione dal marito assicura che «non è una strategia, è un periodo di crisi, ne abbiamo già avuti in passato, di certo questo è un po' più forte» (e si commuove mentre lo dice).

Come sempre accade, le interviste attesissime difficilmente si rivelano decisive. Fabio Fazio è stato persino più incalzante del solito, arrivando a sottolineare che, in merito alla beneficenza, «non è soltanto un errore di comunicazione». E lei, Chiara Ferragni, è stata molto più disinvolta dell'unica altra volta nella quale ha parlato a lungo in pubblico, cioè al Festival dell'anno scorso. A proposito, dallo slogan «Pensati libera» lanciato proprio dall'Ariston è passata al «Non pensarti perfetta», che è in qualche modo un riassunto critico e un pelo tardivo della sua carriera. «C'è tutta una vita che va vissuta» ha detto a Fazio tra un video celebrativo e l'altro, e forse non ha neppure pensato a quanti, in questi anni di esplosione del «Fenomeno Ferragni», glielo abbiano consigliato.

Invece che da Fazio, Chiara Ferragni, in rispettoso tailleur nero con tacco a spillo («Ho pensato molto a quale vestito scegliere, non volevo creare gli stessi equivoci del mio video con la tuta»), è idealmente andata a Canossa, ammettendo di avere sostanzialmente fatto un decisivo errore di valutazione. Detto in parole chiare, Chiara ha capito che la vita non è social. Come sempre, la vita vera è soprattutto fuori dai social, cosa che poi sarebbe una minaccia di fallimento delle sue due imprese «che danno lavoro a una cinquantina di persone». Non a caso, prende le distanze dalla sua presenza continua, massiccia, estenuante sui social. E lo fa perché ha capito che, finché tutto va bene, i social sono un paradiso di osanna e come sei bella, brava, buona. Ma tutto cambia quando c'è qualche problema e tu «sei preparata ma niente di prepara a certi attacchi». Il riferimento è all'«ondata d'odio» nella quale si è ritrovata dopo lo scandalo del pandoro.

Obiettivamente tanti toni sono stati (e sono tuttora) intollerabili ai limiti della denuncia. Ma in questi anni lo sono stati anche quelli dei suoi quasi trenta milioni di followers nei confronti di chiunque avesse il coraggio o la follia di criticare la loro beniamina, l'icona Ferragni. Crudele contrappasso.

Purtroppo è la regola crudele e insensata di un sistema del quale lei comunque è stata un motore decisivo. Come diceva Pietro Nenni (grande politico del quale i social non hanno memoria) «gareggiando a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura».

Per capirci, non puoi sperare di ignorare Instagram o X solo quando ti fa comodo. Prendere tutto o lasciare tutto.

Quindi l'intervista di Chiara Ferragni a Che Tempo Che Fa non ha portato grandi notizie ma offre grandi considerazioni. «Dopo che è iniziata l'inchiesta, avevo paura di uscire di casa. Ma quando sono uscita nel mondo reale, ho trovato persone bellissime che mi hanno chiesto foto e dato consigli». E oggi «vivo giorno dopo giorno».

In sostanza alla corte di Fabio Fazio è nata una nuova Chiara Ferragni, che però è molto diversa, forse troppo, da quella che la gente ha adorato finora (oppure odiato, che è lo stesso).

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