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Ferrara contro gli anti Cav: "Io, spazzino dell'informazione guardona"

Non si placano le polemiche dopo il duello in diretta tv tra Giuliano Ferrara e Marco Travaglio, con Mentana che tentava, invano, di mettere pace

Ferrara contro gli anti Cav: "Io, spazzino dell'informazione guardona"

"Essendo Mentana uno dei più abili e consumati giornalisti/conduttori, è da escludere che la sua idea di mettere a confronto Travaglio e Ferrara fosse 'ingenua' - ha scritto Michele Serra su Repubblica - e cioè ignorasse che i due si odiano e hanno scritto, l’uno sull’altro, le più vivaci sconcezze; oppure si augurasse che una decennale e appassionata ostilità politica e umana potesse finalmente sciogliersi, chez Mentana, in un’argomentata discussione". Una tirata d'orecchi a Enrico Mentana che ha fatto subito il giro della rete dove lo scontro verbale tra Giuliano Ferrara e Marco Travaglio tiene banco da giorni. Sul Foglio di oggi l'Elefantino è tornato a scrivere della rissa con il vicedirettore del Fatto Quotidiano nello studio di "Bersaglio Mobile".

La rissa risale allo scorso venerdì (guarda il video). Ieri Mentana ha sentito il bisogno di rispondere a chi lo aveva criticato per aver portato i due giornalisti nel suo pollaio. "Se un pubblico servizio di informazione si qualifica nello sforzo di mettere a confronto opinioni diverse, quali migliori delle loro per trattare l'assoluzione di Berlusconi? Ho in mente molti nomi di giornalisti che avrei potuto invitare per star tranquillo e passare una bella serata di ovvietà, senza rischio di asprezze e scene madri - ha scritto il direttore del tg di La7 - sono poi vedi caso gli stessi che poi hanno criticato vedendo solo la clip sui siti (si informano sempre con questa profondità di documentazione). Con loro al massimo si fa Russia-Belgio. Con i numeri uno Brasile-Germania, magari con il rischio di risse e falli da espulsione: ma vuoi mettere la differenza?". Lo scontro in diretta tivù è infatti destinato a far parlare ancora, dal momento che ha a che fare con l'assoluzione di Silvio Berlusconi al processo Ruby. Assoluzione che alla pletora degli anti Cav capitanata da Travaglio non è andata affatto giù. I molti "rosiconi" stanno, infatti, affollando i talk show per sferrare un nuovo attacco. Ma davanti a questo tipo di giornalismo Ferrara non ci sta. E si erge a "spazzino dell'informazione guardona".

Nell'editoriale di oggi il direttore del Foglio snocciola le domande che si fanno "i vili e i cretini" dopo la piena assoluzione del Cavaliere passando in rassegna le considerazioni di chi, come la direttrice dell'Huffington Lucia Annunziata, rosica per la sentenza o di chi, come Travaglio, finge che "a me del caso Ruby non frega poi così tanto, era chiaro che sarebbe andata a finire così, passiamo alla mafia". A questi soloni del giustizialimo, però, Ferrara vorrebbe che il Mentana della situazione facesse alcune domande. "Nella mia modestia di spazzino del giornalismo italiano ho anch'io un paio di domande cretine - scrive nell'editoriale - c'è stato un qualche rapporto tra la crisi di leadership e questa inchiesta che non si sarebbe mai dovuta fare, tutta gogna mediatica, intromissione guardona e niente prove, niente reati?". Una domanda che potrebbe benissimo essere rigirata in merito alle prime inchieste su Berlusconi e sul ribaltone politico del 1994.

"Ho partecipato a un talk show, su gentile richiesta di Chicco, la sera dell'assoluzione di Berlusconi e queste domande non sono venute alle luce - spiega Ferrara - ho potuto solo accennarle tra grida da trivio, vanità da camerino per sociologhe di serie C (il riferimento è a Lorella Zanardo, ndr) e giornalisti garantisti che intitolano Piazza Pulita le loro trasmissioni di finti giuristi liberali (Corrado Formigli, ndr), e ho visto, mentre mi abbassavano l'audio e si prendevano un sonoro vaffanculo, la grande fuga dei topi mentre la loro barcaccia affondava: nessuno che attaccasse il verdetto e rivendicasse fino in fondo il proprio comportamento, nessuno che si scusasse per il malfatto, nessuno che si facesse domande politiche che in qualunque paese sarebbero state poste ai magistrati, alle loro associazioni, a gente di cultura giuridica e politica e non a un circolo di scemi del giornalismo chiacchierone (me compreso)".

Un editoriale durissimo, quello firmato dall'Elefantino, che spara sulla "barcaccia" che affonda e sui "topi" anti Cav che scappano dalle proprie responsabilità. E conclude: "In compenso (si vedevano, ndr) culi, tette e testimonianze di pentite al processo finito in pornoprocesso e farsa grottesca.

Eravamo tutti giornalisti, mica male il giornalismo italiano".

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