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Fi, l'altolà di Berlusconi: "Le indicazioni le do io"

Oggi a Palazzo Grazioli si discute dello Statuto. La Gelmini annuncia: "Anch'io alle primarie"

Fi, l'altolà di Berlusconi: "Le indicazioni le do io"

Primarie (eventuali) almeno a tre, in Forza Italia. E probabilmente ci saranno anche altri candidati. A Giovanni Toti e Mara Carfagna si aggiunge Mariastella Gelmini, che annuncia di voler correre in un'intervista al Corriere della Sera. E dal mondo degli enti locali e dei coordinatori regionali, che rumoreggia, sale la richiesta di concorrenti con esperienza di amministrazione sul territorio. Altri nomi potrebbero essere di Massimo Mallegni, che si prepara come governatore della Toscana e di Alessandro Cattaneo, del Comitato di presidenza di Fi.

Oggi a Roma ci sarà la prima riunione del «board» per rinnovare lo statuto di Fi, di cui fanno parte con Toti e Carfagna, le capigruppo in parlamento Gelmini e Anna Maria Bernini e il vicepresidente Antonio Tajani. Ma il numero uno dell'Europarlamento probabilmente non ci sarà perché impegnato a Bruxelles e le tensioni non mancano. Il leader azzurro scende domattina nella capitale per ribadire, come ha già fatto in una nota lunedì sera, che è lui a tirare le fila del cambiamento e la riunione sarà a Palazzo Grazioli e non più alla sede del partito. Berlusconi incontrerà anche i coordinatori regionali, in subbuglio dopo l'annuncio via Facebook del governatore della Liguria e della vicepresidente della Camera di una loro convocazione, accompagnata dalla raccomandazione a non prendere iniziative in questa fase di transizione. L'impressione è che Toti voglia azzerare tutte le cariche, ma il Cavaliere lo frena perché l'operazione di restyling inizierà solo al congresso d'autunno e fino ad allora non è pensabile bloccare la vita del partito sul territorio. È lui, dunque, a far convocare dal presidente Sestino Giacomoni la conferenza dei coordinatori, riaffermando la sua leadership, dopo le proteste di chi, come il neo responsabile della Lombardia Massimiliano Salini, già si sentiva delegittimato.

Insomma, il «nuovo corso» parte tra mille difficoltà e polemiche. «La mia prima proposta - dice Toti - sarà quella di allargare il board, perché ne fanno parte 3 candidati alle primarie su 5 e un tavolo tra candidati mi sembra bizzarro». Vuol fare partecipare «tutti coloro che hanno qualcosa da dire in termini di regole, di tempistica e di modalità di approccio a questa fase della democrazia, sia che vengano dal partito sia che vengano da fuori e devono partecipare i rappresentanti di garanzia di tutti coloro che saranno candidati alla contendibiltà del partito». Per Toti un identico board dovrebbe essere insediato in tutte le regioni e questo non piace affatto ai coordinatori. Quanto alla Gelmini, il governatore si rallegra che «anche quel pezzo di classe dirigente che ha sempre additato Toti come un sabotatore sposi la mia diagnosi e la mia cura». E alla capogruppo alla Camera fa un «in bocca al lupo, sarà una competitor molto interessante», aggiungendo che «più candidati ci sono alla contendibilità del centrodestra, più sono felice, spero che se ne aggiungano da fuori Forza Italia».

Ma che cosa ha spinto la Gelmini a candidarsi? «Toti è partito con il piede sbagliato - dice- Il board non è ancora stato convocato e lui già si è mosso comportandosi da leader dimenticando che è un nominato, come tutti noi». Il suo, spiega un azzurro di rango, sarebbe un tentativo di autotutelarsi e, pur non pensando di vincere, proporsi a leader di una minoranza che avrebbe delegati al congresso, un po' come nel Pd, con il caso Giachetti. La sua presenza alle primarie potrebbe rafforzare al nord l'asse con Carfagna per arginare il fronte totiano-filosalviniano o al contrario potrebbe indebolire la corsa della vicepresidente della Camera. Lei la Carfagna, a Circo Massimo fa il controcanto a Toti: «La leadership di Fi è e resterà nelle mani di Berlusconi».

E Maurizio Gasparri avverte: «Non ci deve essere la pesatura, della serie: mi candido, mi peso e chiedo qualcosa».

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