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Fi rassicura gli alleati: restiamo all'opposizione

Il titolo (forzato) di "Repubblica" all'intervista di Berlusconi allarma Lega e Fdi. Poi il chiarimento.

Fi rassicura gli alleati: restiamo all'opposizione

La bufera, nel centrodestra, è sempre dietro l'angolo. E stavolta è un'intervista di Silvio Berlusconi a creare scompiglio, suscitando negli alleati il sospetto che il leader di Forza Italia speri in una nuova maggioranza nata dall'emergenza Covid per tornare al governo, senza passare dal voto. Ma alla fine tutto annega in un bicchier d'acqua e torna la quiete.

Perché in realtà la dichiarazione del Cavaliere, in risposta ad una domanda di Repubblica sulla possibilità di un governo di unità nazionale, è sapientemente calibrata: «Non credo che ne esistano le condizioni e non credo che servirebbe all'Italia un governo con forze antitetiche fra loro. Se però in questo Parlamento si creassero davvero le condizioni per una maggioranza diversa, più efficiente, più rappresentativa della reale volontà degli italiani, andrebbe verificata, naturalmente prima di tutto con i nostri alleati».

Fonti della Lega replicano a caldo che «la via maestra sono le elezioni», e che «mandare a casa un governo che blocca tutto è vitale per il futuro dell'Italia». E mentre ci si prepara alla manifestazione unitaria di domani e si attende la convocazione di Giuseppe Conte per l'incontro con tutto il centrodestra, dal Carroccio si ribadisce che sono diverse nella coalizione le posizioni sul Mes e che quella di Fi, unica favorevole, «è contro l'interesse nazionale». Toni duri, anche se lo stesso Matteo Salvini corregge il tiro, dopo che da Fi si invitano i leghisti «a leggere il testo delle interviste senza fermarsi ai titoli», per scoprire che il Cav «non si è mai detto a favore di un governo di unità nazionale ma, al contrario, ritiene che non esistono le condizioni e che qualunque decisione andrebbe comunque verificata con gli alleati». E sul Mes, si precisa che lo stesso ex premier ha detto che è l'unico tema sul quale Fi ha «opinioni diverse dai nostri alleati». Insomma, per gli azzurri è stata solo la gaffe dello staff del Capitano, ma tra i leader di Fi, Lega e Fdi il lavoro «prosegue in modo proficuo e non si interromperà certo per questo scivolone».

A questo punto, Salvini smorza molto la polemica sul governissimo. «Per Fi non ci sono le condizioni per inciuci? Perfetto, siamo d'accordo». E quando gli chiedono se l'incidente è chiuso, assicura: «Per me non è mai stato aperto». E prosegue: «Prima si vota meglio è, il governo sta bloccando tutto e tutti. Come si dovrebbe fare un nuovo governo? Dovrei andare con Pd e M5s? No grazie».

La stessa Giorgia Meloni fa notare, parlando con Sky tg24, che il titolo dell'intervista, «La crisi è grave. Pronti a entrare al governo con una nuova maggioranza», è «un po' forzato», perché «Berlusconi non dice sono pronto a fare un'altra maggioranza, credo che intenda quello che intende dall'inizio della legislatura». La leader di FdI poi ribadisce: «L'alternativa per noi è sempre il voto, e particolarmente in questo caso». E a piazza del Popolo, domani, intende raccogliere le firme per andare alle urne a settembre per le politiche, insieme alle regionali.

Per togliere ogni dubbio la capogruppo azzurra alla Camera, Mariastella Gelmini conferma: «Fi è all'opposizione e ci resterà: non inseguiamo né Conte né qualche strapuntino di governo». A mettere la pietra tombale sul caso ci pensa il vicepresidente azzurro, Antonio che Tajani: «Noi siamo sempre stati contro un governo di unità nazionale, alternativi all'esecutivo Conte e non governeremo mai con i 5 Stelle.

Siamo nel centrodestra, ma conserviamo la nostra identità».

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