Ci sono le nomine alle testate e ai tg Rai e ci sono le amministrative. Sembrerebbero partite diverse, ma così non è per chi vive di politica, con la convinzione più o meno realistica che le idee camminino sulle gambe degli uomini. Così, se l'azzurro controcorrente Elio Vito, che sul ddl Zan si era schierato a sinistra in difesa del testo sull'omofobia, ora si butta a destra per tutelare i diritti di Fratelli d'Italia di avere una rappresentanza nella commissione di vigilanza Rai (ma Forza Italia non ha alcuna intenzione di lasciare la presidenza), perché da sempre l'opposizione ha un suo ruolo di controllo, c'è poco da sorprendersi. Un po' i princìpi, un po' la visibilità che è materia prima della vita politica.
Un esempio. L'ultimo sondaggio Swg dà Fratelli d'Italia in corsia di sorpasso sulla Lega, anzi pare che Giorgia Meloni abbia già superato Matteo Salvini. Ora, è vero che si tratta di decimali e che ogni rilevazione porta il proprio risultato, ma è indubbia la concorrenza tra il segretario della Lega e la presidente di Fratelli d'Italia. Sbaglierebbe chi, volendo semplificare, vedesse un asse Forza Italia-Lega che si contrappone a Fratelli d'Italia. Non sempre è così.
Prendiamo il caso di Napoli, dove Salvini ha voluto e praticamente adottato il magistrato (ora in aspettativa) Catello Maresca. Ieri il segretario della Lega ha dato una notizia clamorosa, ovvero che rinuncerà alla sua icona per sostenere il candidato. Il simbolo con il quale la Lega si presenterà alle amministrative di Napoli è privo di riferimenti al partito: la lista si chiamerà «Prima Napoli - Maresca sindaco», come ha annunciato il medesimo Salvini da Napoli, dove è anche stato contestato. E se in molti nella Lega già dichiarano la propria perplessità, è vero che anche i leghisti converranno che l'ultima cosa che conviene a Salvini a Napoli è contarsi. Maresca però, oltre a elogiare a parole Salvini, ha firmato i referendum sulla giustizia.
Se alle ultime regionali né Lega né Fdi avevano avuto grandi performances, è vero che nella città di Luigi De Magistris potrebbero arrivare sorprese sgradite ai leghisti. Il candidato del centrosinistra, il rettore dell'Università Federico II Gaetano Manfredi, è sostenuto anche da Italia viva.
Si presenteranno invece con il proprio simbolo sia Fratelli d'Italia (che ha tutto l'interesse a vedere l'effetto che fa) che Forza Italia, tradizionalmente forte in Campania. Al di là delle correnti che attraversano gli azzurri in Campania, Maresca ha il sostegno dell'ala per così dire più liberal di Forza Italia. Il ministro per il Sud, Mara Carfagna, lo sostiene senza se e senza ma: «Maresca ha il profilo ideale del candidato». Resta l'incognita Bassolino, che non pare avere intenzione di sfilarsi e che potrebbe agevolare il centrodestra, se mai fosse unito.
De Magistris, sindaco uscente di Napoli, ha un ruolo centrale anche in Calabria. È proprio la sua lista civica in sostegno della neuroscienziata Amalia Bruni, candidata del centrosinistra, ad aver spinto all'astensione il partito di Renzi. «Vedremo che accadrà» ripetono ancora oggi da Iv. Ma se FdI vuole candidare la propria parlamentare Wanda Ferro (segretaria della commissione Antimafia), Forza Italia ribadisce che l'uomo del centrodestra è Roberto Occhiuto, come ripete la responsabile dei rapporti con gli alleati di Forza Italia, Licia Ronzulli.
Si voterà in autunno e molte cose potranno ancora cambiare.
Discorso che vale anche per il ddl Zan (che il Pd vorrebbe usare in campagna elettorale per le amministrative) e per le nomine Rai nelle reti e nelle testate. Pare che Fdi abbia già conquistato una rete e una testata. Ma in mezzo c'è l'elezione del capo dello Stato e i tempi della politica che corrono sempre su binari almeno paralleli.
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