Le fiamme bloccano Fiumicino È il caos e ora il governo si sveglia

Dopo il rogo del Terminal 3 di due mesi fa, lo scalo romano chiuso per quasi due ore Il premier chiama Alfano: «Impensabile, atto gravissimo. Paralisi per colpa di criminali»

L'aeroporto di Fiumicino non si era ancora del tutto ripreso dalle conseguenze dell'incendio del 7 maggio scorso al Terminal 3, che ecco arrivare una nuova mazzata. Pesantissima. E sempre sotto forma di fuoco. Questa volta le fiamme sono scoppiate fuori dal Leonardo da Vinci, nella vicina pineta, ma gli effetti sono stati disastrosi per lo scalo romano, andato nuovamente in tilt, con voli sospesi, ritardi e passeggeri bloccati negli aerei per ore. Un incendio doloso, a quanto pare, visto che l'incendio sarebbe partito da tre punti diversi.

E questa volta la reazione del presidente del Consiglio Matteo Renzi non si è fatta attendere. Il premier, infatti, ha chiamato il ministro degli Interni Angelino Alfano per chiedere immediate verifiche sul rogo. Fonti di Palazzo Chigi descrivono un Renzi furioso. Con i suoi collaboratori il premier si sarebbe sfogato ritenendo «impensabile» che il principale hub italiano, in piena stagione estiva, sia in balia di incidenti o peggio di malintenzionati e criminali. «Se davvero l'incendio fosse doloso - sottolineano le stesse fonti - ci troveremmo di fronte a un atto gravissimo le cui conseguenze impattano direttamente su una delle principali infrastrutture del Paese, sul turismo e sull'economia. È la seconda volta in pochi mesi che Fiumicino viene messo in ginocchio e questa situazione non è tollerabile».

Le prime colonne di fumo si sono alzate verso le 13 di ieri nella pineta di Coccia di Morto. Hanno cominciato a bruciare sterpaglie, arbusti ed alberi. Il forte vento, poi, ha fatto il resto, facendo propagare velocemente le fiamme nella pineta. Le lingue di fuoco hanno anche raggiunto un parco macchine, distruggendone alcune. Il fumo invece ha invaso le vicine piste dell'aeroporto e messo a rischio il traffico aereo. Tutti i decolli sono stati bloccati e molti voli in arrivo sono stati dirottati presso altri scali. Le ripercussioni sul traffico aereo sono state pesanti e il Leonardo da Vinci è piombato nuovamente nel caos. Numerosi aerei sono rimasti fermi in pista con a bordo i passeggeri. «Siamo bloccati in aereo per circa due ore - ha raccontato una passeggera - non potevamo scendere perché non c'era personale disponibile per portare le scale e i bus per il trasferimento». Quando finalmente i viaggiatori sono riusciti a sbarcare non tutti hanno accettato di aspettare per essere reimbarcati su altri voli. Alcuni, soprattutto chi stava volando a Milano per lavoro, ha rinunciato. Lo scalo ha ripreso lentamente a funzionare verso le 16, ha fatto sapere l'Enac, con flussi ritardati per non interferire con i mezzi aerei utilizzati per le operazioni di spegnimento, mentre gli addetti di Aeroporti di Roma lavoravano per ripulire le piste dai detriti. Soltanto dopo le 17 la situazione è tornata alla normalità, anche se si sono registrati ritardi per tutta la giornata per il blocco dei voli. Per spegnere le fiamme sono intervenuti due Canadair, tre elicotteri e diverse squadre dei vigili del fuoco che fino a sera hanno domato gli ultimi focolai attivi. «Per fortuna la strada, il canale di bonifica pulito e la nuova pista ciclabile hanno fatto da tagliafuoco all'incendio», ha detto il sindaco di Fiumicino Esterino Montino. Si stima che siano andati in fumo circa sette ettari di prati e sterpaglie e due di pineta. La forestale è al lavoro per accertare la cause del rogo e per individuare i responsabili: il fatto che l'incendio si presentasse con tre differenti focolai farebbe pensare infatti all'origine dolosa. Indaga anche la Procura di Civitavecchia, che ha aperto un'inchiesta.

di Patricia Tagliaferri

Roma

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