«Una politica a costo zero è possibilie e desiderabile». Così il Blog delle stelle, il nuovo house organ M5s da quando Grillo fa il battitore libero, ha annunciato la nuova proposta di francescanesimo politico per gli adepti del Movimento.
Il Comitato di garanzia dell'associazione-partito ha, infatti, proposto una formula innovativa per il trattamento economico degli eletti: l'indennità percepita non potrà superare i 3.250,00 euro netti mensili e sarà ridotta di un importo corrispondente alle ritenute per le assenze. Per le spese generali si avrà diritto a un rimborso forfettario di 3.000 euro per i parlamentari residenti fuori Roma e di 2.000 euro per i romani. La quota da restituire al bilancio dello stato, al Fondo per il microcredito o ad altra istituzione scelta tramite voto sulla piattaforma Rousseau non dovrà essere inferiore a 2.000 euro mensili. Previsto, ovviamente, il versamento di 300 euro al mese a Rousseau per i servizi resi ai parlamentari. L'assegno di fine mandato non potrà superare i 15mila euro netti per cinque anni di legislatura. Cristallizzato anche l'obbligo di documentare tutto, inclusi i bonifici di restituzione, sul sito Tirendiconto.it o su altra piattaforma. Per il periodo gennaio-giugno 2018 è previsto un forfait di 6.500 euro per i neoeletti (3.500 euro per i non rieletti) più 950 euro da devolvere alla Casaleggio & C. per i suoi servigi.
Si tratta di un colpo a effetto che fa il paio con il taglio dei vitalizi sponsorizzato dal presidente della Camera, Roberto Fico. In fondo, proprio la terza carica dello Stato, appena insediatasi, aveva rinunciato ai 4.223 euro mensili di indennità di funzione. Tuttavia è dallo scorso dicembre che su Tirendiconto.it non si hanno notizie di Fico (bonifico di 1.993 euro versato a febbraio) e dunque dei suoi circa 14mila euro mensili di stipendio non si hanno notizie. A dire il vero il pentastellato partenopeo è in buona compagnia. Tutta la truppa grillina «sopravvissuta» nella XVII Legislatura non ha inviato documentazione dal 31 dicembre 2017. Ad eccezione del neopresidente della commissione Agricoltura della Camera, Filippo Gallinella, e del sottosegretario al Lavoro Claudio Cominardi che hanno inserito i dati di gennaio e febbraio. Il vice di Di Maio ha effettuato i bonifici relativi ai primi due mesi dell'anno il 18 giugno (3.388 euro ciascuno), l'altro deputato si era invece mosso tre giorni prima.
In ogni caso, bisogna tener presente che i grillini nella scorsa legislatura hanno restituito almeno 25 milioni di euro e hanno rinunciato a una quarantina di milioni di euro di finanziamento delle Camere ai gruppi parlamentari. Sebbene la procedura non sia stata supertrasparente (con scontrini e bonifici saltati fuori all'ultimo minuto), il pauperismo autoimposto ha prodotto qualche risultato.
L'impressione, tuttavia, è che si possano raggiungere ugualmente gli obiettivi di risparmio senza penalizzare una importante prerogativa costituzionale come quella del parlamentare. Piuttosto che utilizzare a frugalità come parametro si potrebbe spingere per la produttività come modello da seguire. Ad esempio, la prossima settimana l'Aula della Camera sarà convocata solo per il question time: 2,8 milioni in media di spesa per stipendi solo per rivolgere qualche interrogazione ai ministri. A Palazzo Madama, invece, è rimasto solo il decreto sugli ammortizzatori sociali (1,5 milioni di quota parte settimanale per indennità e rimborsi). Tutta l'estate sarà sottotono a meno che non si acceleri sul decreto dignità.
Se non si pagassero i parlamentari per il mese e oltre di vacanza che si apprestano a godere, si risparmierebbero circa 18,5 milioni di euro, poco mena della metà del risparmio annuo per il ricalcolo dei vitalizi. Vale la pena pensarci su.
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