Politica

"La Fifa ha la cultura della corruzione ma Blatter la farà franca anche stavolta"

Parla Guido Tognoni, per vent'anni in federazione

Guido Tognoni per vent'anni è stato il responsabile della comunicazione della Fifa. Ha lavorato prima con Joao Havelange, presidente brasiliano del massimo ente calcistico mondiale, e poi, per due volte, con Sepp Blatter che, appunto, lo ha liquidato in due occasioni, la prima nel 1995 dopo che Tognoni lo aveva «protetto» sullo scandalo dell'Isl (la società di marketing sportivo che si occupava dei diritti tv ai mondiali e che pagò 22 milioni di franchi svizzeri ai dirigenti Fifa, Havelange in testa, per assicurarsi il colpo del secolo) e la seconda nel 2003, costringendolo a onorare, comunque, un sontuoso contratto di altri tre anni per un milione di dollari.

Tognoni, lei era a conoscenza delle indagini?

«Sì, da almeno due anni ma non ne conoscevo i dettagli».

Perché proprio ora e perché proprio Zurigo?

«Perché se la riunione si fosse tenuta in qualche sede esotica la polizia non sarebbe intervenuta non avendo alcun "obbligo" con i colleghi americani. La polizia svizzera, invece, lavora con quella americana. E agli americani piace anche fare spettacolo come a Zurigo».

Lei è sorpreso?

«Niente affatto. La Fifa ha la cultura della corruzione».

Mi sembra una denuncia gravissima, lei ha lavorato in quell'organizzazione.

«E ho sempre denunciato il malaffare. Joao Havelange era corrotto, Sepp Blatter ne ha ereditato la mentalità e i comportamenti, gli piace gestire il potere».

Quindi prevede un epilogo in galera?

«No, Blatter è molto, molto furbo. Lui non ha toccato soldi semmai ha toccato quelli della Fifa, il suo ego smisurato lo ha portato a vivere di piaceri, di favori, di regali, agli amici, ai dirigenti, per sentirsi potente, l'unico al mondo».

Regali clamorosi, milioni di dollari.

«In Sudamerica se non sei corrotto non sei importante».

Ma perché Blatter è arrivato a questo punto?

«Perché a lui piace stare davanti allo specchio e considerarsi il migliore al mondo. Va dal papa, va da Obama, si fa fotografare, è pazzo di questo anche se Obama non si ricorda nemmeno il suo cognome. Il resto non lo interessa affatto».

Dunque Blatter, secondo lei, non sarà accusato di corruzione?

«No, perché offrire dei soldi in regalo non è corruzione, semmai è corruzione vendere i diritti televisivi per 1 dollaro...»

Però Putin lo appoggia e attacca gli Usa.

«Putin è come Blatter, non è contro la corruzione ma contro chi indaga sulla corruzione».

Michel Platini ha detto di essere disgustato.

«Platini ha commesso un grave errore, non avrebbe dovuto partecipare alla riunione, avrebbe dovuto imporre all'Uefa una clamorosa protesta e invece non è riuscito a raggrumare nemmeno tutti i paesi europei. Platini ha fallito. Ha vinto ancora Blatter».

Lei crede che oggi sarà eletto?

«Non ho dubbi, vincerà ancora».

E poi?

«Lui vuole morire da eroe, in carica, da presidente, magari andando a vedere una partita di football.

Questo è Blatter».

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