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Figuraccia del governo. E Salvini si ritrova sotto il fuoco del M5s

I grillini convocano il ministro in Aula: spieghi La Farnesina: «Ha chiesto di andare dai nonni»

Figuraccia del governo. E Salvini si ritrova sotto il fuoco del M5s

Puf, sparita. Rimandata a casa, anzi no, «rapita» sotto gli occhi del Viminale dagli 007 di Kim e rispedita in patria. Insomma, uno scandalo, dice M5s, roba da Guerra Fredda. «Chiediamo al ministro dell'Interno - scrivono in una nota i deputati e senatori Cinque stelle - di riferire in Parlamento e di fare chiarezza sulle notizie relative al rapimento e al rimpatrio forzato della figlia minorenne dell'ex ambasciatore nordcoreano da parte dei servizi di Pyongyang». Una brutta storia. «Se i fatti fossero confermati sarebbero gravissimi, si tratterebbe di un nuovo caso Shalabayeva». M5s spara dunque sul quartier generale, come se a Palazzo Chigi non ci fossero anche loro.

Grillini di lotta e di governo, un po' maggioranza e un po' opposizione: dopo la Tav, il reddito di cittadinanza, l'autonomia regionale e il Venezuela si apre quindi un altro fronte interno nella coalizione gialloverde, ma forse, secondo alcuni osservatori, è soltanto un gioco delle parti, un sistema per occupare tutta la scena politica. C'è pure un vistoso scaricabarile tra i ministeri degli Esteri e dell'Interno, che si palleggiano la responsabilità. Comunque sia, è un pasticcio.

La Farnesina intanto cerca di minimizzare: «Ha chiesto di tornare a casa dai nonni». Però l'imbarazzo è evidente, la figuraccia dell'esecutivo è di quelle difficili da nascondere. Come può svanire nel nulla la figlia di un diplomatico? Davvero è tornata a casa spontaneamente? E se invece è stata rapita da un commando nordcoreano? E ancora: come è possibile che gli agenti segreti di Kim siano in grado di agire indisturbati sul suolo italiano? Ci sono state distrazioni, connivenze, complicità?

«In queste ore stiamo facendo le verifiche necessarie insieme ai servizi competenti per queste vicende delicate», dice Enzo Moavero. Le sue ultime tracce, spiegano al ministero degli Esteri, risalgono al 14 novembre, quando la ragazza sarebbe stata accompagnata all'aeroporto da personale femminile dell'ambasciata nordcoreana. Quattro giorni prima, il 10 novembre, suo padre Jo Song-gil, l'incaricato d'affari dissente, e la moglie avevano lasciato la sede diplomatica. Poi basta, le notizie in possesso alla Farnesina si fermano qui. Per altre informazioni bisogna rivolgersi al Viminale.

Perciò adesso Matteo Salvini riferisca alle Camere, la linea dei 5s è questa. Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri, tira in ballo il caso Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Ablyazov espulsa nel 2013 dall'allora ministro dell'Interno Angelino Alfano. All'epoca il governo Letta rischiò di cadere. «Io andai ad Astana per incontrarla e capire cosa fosse accaduto e appurammo responsabilità dirette di Alfano». E oggi? Di Stefano minaccia tempesta: «È tempo di fare luce anche su questa vicenda che riguarda l'ex ambasciatore reggente nordcoreano a Roma e sua figlia, una giovane incolpevole che, nonostante dovesse essere tutelata in Italia, rischia di essere persino torturata da uno dei peggiori regimi al mondo. Ho già attivato la Farnesina per avere tutte le informazioni possibili e lo stesso stiamo facendo all'Interno col sottosegretario Carlo Sibilia». Conclusione: «Chi ha responsabilità pagherà, statene certi».

Per Forza Italia il governo invece di fare domande, dovrebbe fornire risposte.

«Per quali motivi - chiede Anna Maria Bernini, capogruppo al Senato - non è stata adeguatamente protetta una persona oggettivamente a rischio, figlia un rappresentante diplomatico in procinto di chiedere asilo politico? Chi ha consentito ad agenti del regime nordcoreano di rapire una ragazza sul nostro territorio nazionale? Chi non ha vigilato?». Andrea Romano, Pd, parla di «sequestro di persona» e di «violazione della nostra sovranità nazionale». E Amnesty International spera che «il governo italiano riesca a chiarire urgentemente questa vicenda».

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