Figuraccia Pd in Calabria A Platì non ci sarà la lista

Felice Manti

Ha vinto la 'ndrangheta, come spesso succede in Calabria. Ha perso chi credeva veramente che il Pd riuscisse a presentare una lista a Platì, comune ad alta densità 'ndranghetista dove non si riesce ad eleggere un sindaco dopo lo scioglimento. È un problema del Pd calabrese, che non presenta alcuna lista neanche a Rosarno e San Luca, altro comune simbolo delle 'ndrine.

Eppure Matteo Renzi l'aveva promesso dal palco della Leopolda, il 16 dicembre scorso: «Ecco il nuovo sindaco di Platì, sarà Anna Rita Leonardi». E lei ci aveva persino creduto: si era messa in moto, pensava di avere alle spalle l'intero partito calabrese. Che qualche giorno fa, di fronte all'impossibilità di presentare le liste per mancanza di candidati, ha fatto spallucce: arrangiati. I quattro giovani dem che avevano pubblicamente dato la propria disponibilità si sono ritirati in buon ordine giustificando il loro niet con un bizantinismo degno di un politico navigato della Prima repubblica: «C'è uno strano congegno che partorisce, senza alcuna gestazione, un continuo di nomi da proporre e contrapporre, senza un programma o un progetto politico che li rappresenti». E Il partito? Zitto.

L'epitaffio sul Pd calabrese la Leonardi l'ha affidato a un post su Facebook: «A seguito di alcuni elementi emersi, sono stata convocata ad una riunione a Roma e insieme ai vertici del partito abbiamo dovuto constatare che non c'erano più le condizioni politiche e di agibilità per svolgere serenamente la campagna elettorale». Un messaggio criptico, che non spiega i veri motivi.

Poi c'è un giallo per una frase sibillina: «Ci sono vicende che, da un anno e per un anno, continuano a perdurare sul territorio platiese» che «rendono queste elezioni una farsa degna del peggiore sceneggiatore». Di chi parla? Qualche democrat, a muso lungo, ammette tra i denti: «Il Pd non ha voluto rischiare altri guai giudiziari, ha avuto paura del partito dei giudici». Che a Renzi fa più paura della 'ndrangheta.

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