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Si dimise dopo la bufera, ma ora cade l'accusa alla Comi

Archiviata dal gip di Milano l'ipotesi di reato di finanziamento illecito per Lara Comi e Marco Bonometti. Per l'azzurra restano le contestazioni di corruzione, truffa al Parlamento europeo e false fatture ma i legali sono fiduciosi in una risoluzione positiva

Si dimise dopo la bufera, ma ora cade l'accusa alla Comi

Il gip di Milano ha archiviato la tranche dell'indagine "Mensa dei poveri" con l'ipotesi di reato di finanziamento illecito nei confronti dell'ex europarlamentare di Forza Italia Lara Comi e il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti. A darne comunicazione è stato l'avvocato dell'azzurra, Gian Piero Biancolella, che ha dichiarato: "Lara Comi ha appreso con soddisfazione che l'accusa di aver ricevuto finanziamenti illeciti disposti dal presidente Bonometti è stata archiviata".

L'accusa si basava sull'ipotesi che Bonometti avesse pagato 31mila euro a Lara Comi nel gennaio 2019 per finanziare due ricerche di mercato sull'Europa alla società Premium Consulting srl, di cui la stessa Lara Comi è socia. Per l'accusa, questo sarebbe stato un finanziamento illecito perché, stando a quanto ripotato dalla stampa dell'epoca, il testo sarebbe potuto essere scaricato dai siti con le tesi di laurea. Ma i 31mila euro, secondo gli inquirenti, sarebbero in realtà serviti a finanziare la campagna elettorale dell'azzurra.

L'avvocato Biancolella ha sempre sostenuto l'innocenza dell'assistita: "La consulenza era regolare e non c’è stato alcun finanziamento illecito". In una nota, l'avvocato sottolineò che "non vi era quindi motivo per simulare un contributo elettorale con una prestazione di servizi. In ogni caso la prestazione è stata resa dalla società, nell’ambito dell’oggetto sociale della stessa e nell’ambito delle specifiche competenze".

"Apprendo con stupore dell’inchiesta dai media. Io non ho ricevuto nulla. Mi sembra comunque un’accusa assurda, perché non c’era alcun motivo di trovare eventuali consulenze false per un finanziamento. I lavori sono stati svolti, ma l’accusa, ripeto, è assurda", dichiarò Lara Comi all'epoca dei fatti al Corriere della sera.

Continua, invece, l'iter giudiziario di Laura Comi, con altre 100 persone, nell'udienza preliminare relativa alle contestazioni di corruzione, truffa al Parlamento europeo e false fatture negli altri filoni della maxi inchiesta dei pm Bonardi-Furno-Scudieri. Come si legge nella nota diffusa dal legale difensore Biancolella, davanti al gip l'avvocato ha "illustrato i motivi ed i documenti che consentono pur in presenza dei limiti di valutazione del giudice dell'udienza preliminare, che questi pronunci sentenza di non luogo a procedere".

Questo perché, come informano i legali di Lara Comi, "la difesa ha sottolineato le molteplici contraddizioni intrinseche che si rinvengono nelle dichiarazioni di chi l'ha accusata, contrastate anche da documenti e che documentalmente è stata anche provata l'insussistenza di tutti gli addebiti mossi".

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