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Per finanziare la manovra web tax e taglio sui treni

Via il grosso degli investimenti per ammodernare le ferrovie. Torna la tassa sulle transazioni online

Per finanziare la manovra web tax e taglio sui treni

La resa del governo gialloverde alla commissione europea, per scongiurare la procedura di infrazione, contiene un conto salatissimo per gli italiani: nuove tasse, taglio dei fondi alle Ferrovie dello Stato e rimodulazione degli investimenti per le infrastrutture. È il prezzo che l'esecutivo paga per «salvare» (in parte) le due misure care a Lega e Cinque stelle: reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte arriva in Senato per illustrare una manovra, tutta lacrime e sangue, decurtata di dieci miliardi rispetto al testo dato in pasto, inizialmente, ai sostenitori. La correzione, che ha avuto l'ok dei commissari europei, introduce nuove imposte per finanziare la spesa.

A cominciare dalla web tax; un misura che andrà a colpire le imprese che vendono servizi digitali. Una nuova tassa che l'Europa aveva già chiesto all'Italia un anno fa. Ora si dovrà attendere il maxiemendamento per conoscere nel dettaglio la portata dell'imposta. Che graverà sui soggetti che nell'esercizio dell'attività di impresa vendono servizi digitali e che superino determinate soglie. Il limite per l'applicazione della nuova tassa non è stato specificato dal capo del governo nel corso dell'intervento a Palazzo Madama: «Si prevede l'istituzione di una imposta sui servizi digitali gravante sui soggetti che nell'esercizio di attività di impresa prestino servizi digitali e che superino determinate soglie di ricavi», ha detto il premier. Mentre il ministro dello Sviluppo economico, Luigi di Maio, assente in Aula durante l'intervento di Conte, ha provato a mettere una toppa: «Sarà una tassa per i big della rete e solo per loro». I ricavi della web tax finanzieranno il reddito di cittadinanza. Da chiarire anche i tempi. Difficile possa partire già dal primo gennaio. Più probabile un avvio da aprile, come auspicato dalle associazioni di categoria. In una vecchia versione è previsto che la misura sia applicata sulle «transazioni digitali relative a prestazioni di servizi effettuate tramite mezzi elettronici, rese nei confronti di soggetti residenti nel territorio dello Stato, nonché di stabili organizzazioni di soggetti non residenti situate nel medesimo territorio».

La tassa su cui sta lavorando il Mef colpirebbe principalmente colossi come Facebook e Google, e con una aliquota che - al momento - sarebbe del 3% sull'ammontare dei ricavi tassabili realizzati in ciascun trimestre. La nuova imposta entrerà in vigore dal sessantesimo giorno successivo alla pubblicazione della manovra in Gazzetta. Questo il contenuto dell'emendamento - ancora una prima bozza -, su cui il Governo sta apportando le ultime limature e che confluirà nel cosiddetto pacchetto Europa della manovra.

La mannaia impatterà pesantemente anche sulle Ferrovie dello Stato: la riduzione dei fondi destinati a Fs è la parte più corposa dei risparmio che ha consentito al governo di incassare l'ok della commissione europea. Il prossimo anno i progetti previsti dovranno fare a meno di 600 milioni, che saliranno a 800 dal 2020 al 2024.

Un intervento che in pratica blocca tutti i progetti di ammodernamento della rete ferroviaria. Taglio di 850 milioni anche per la quota nazionale per il finanziamento alle politiche comunitarie. Disco rosso nella nuova versione della manovra per le infrastrutture: i fondi saranno congelati. Il governo Conte strappa solo la deroga per il piano di ricostruzione del ponte Morandi a Genova.

Ed infatti per il piano di interventi straordinari per la messa in sicurezza delle infrastrutture viarie e per la gestione dei rischi connessi al dissesto idrogeologico Conte ha chiesto e ottenuto che sia applicata la flessibilità prevista dal patto di stabilità e crescita in misura corrispondente a quasi lo 0,2% del Pil.

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