Dimenticatevi le vittorie d'inizio millennio, quando la sinistra più populista si era impossessata del Sud America con una serie di exploit. «Marea rossa» la chiamavano, sembrava inarrestabile. Solo un'apparenza però, perché la crisi economica dovuta alla corruzione monstre dei loro leader massimi dai venezuelani Chávez e Maduro ai brasiliani Lula e Dilma, passando per gli argentini Kirchner e il peruviano Humala da un paio d'anni presenta il conto, elettoralmente salato. Del resto lo diceva già la Thatcher: «Il socialismo finisce quando finiscono i soldi degli altri». L'ultima in ordine cronologico è stata Michelle Bachelet, la presidente socialista cilena che, dopo uno scandalo che ha coinvolto figlio e nuora, ieri ha ricevuto una sconfitta alle urne senza precedenti.
Certo, erano «solo» elezioni amministrative ma vale la pena registrare che la coalizione di centrodestra Vamos Chile «Forza Cile» in italiano, Berlusconi potrebbe chiederne il copyright ha stravinto, recuperando dalla sinistra tutti i centri più importanti del Paese a cominciare da Santiago. Felipe Alessandri Vergara, giovane 41enne di origini italiane, è infatti il nuovo sindaco della capitale cilena, Evelyn Matthei, l'avversaria più coriacea della Bachelet alle ultime presidenziali, ha riconquistato per la destra Providencia, mentre Catherine Barriga è da ieri la prima cittadina di Maipú, oltre mezzo milione di abitanti nella Gran Santiago. Un successo di tale entità che, a detta dei politologi, potrebbe fare anticipare all'ex presidente Sebastián Piñera l'annuncio, atteso da molti ma sinora mai arrivato, di una sua nuova candidatura alle elezioni il 19 novembre del prossimo anno, con buone possibilità di riconquistare la Moneda.
Amministrative disastrose, invece, per la coalizione di centrosinistra Nueva Mayoría, che appoggia la Bachelet e che, per la prima volta dai tempi di Allende, aveva riportato al potere i comunisti, superando l'epoca della Concertación, la coalizione di democristiani e socialisti che in Cile aveva dominato il dopo Pinochet prima della storica vittoria di Piñera.
Da segnalare
l'astensione altissima del 65% - simile a quella del plebiscito colombiano - a dimostrazione di come la fiducia nei confronti delle politiche di sinistra in America Latina sia ai minimi a causa dei troppi scandali di corruzione.PMan
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