Un rinvio dopo l'altro. Sembra non arrivare mai il momento in cui Niccolò potrà riabbracciare la sua famiglia.
Lo studente italiano di 17 anni, originario di Grado, è bloccato in Cina per l'emergenza coronavirus e non era potuto salire il 3 febbraio scorso, a causa della febbre, sul volo dell'Aeronautica militare, che aveva riportato a Roma 56 italiani da Wuhan, epicentro dell'epidemia.
Ora, secondo le ultime informazioni date dal ministero degli Esteri, il suo rimpatrio è imminente. Il volo speciale, che lo riporterà in Italia, dovrebbe partire oggi alla volta della Cina e rientrare poi a Pratica di Mare sabato mattina. Pechino ha dato il via libera e i genitori di Niccolò sarebbero già stati avvisati. Ma il condizionale in questo caso è d'obbligo, perché il liceale, che era partito con l'associazione Intercultura, sembra essere diventato una pedina nella partita tra Italia e Cina. Pechino, infatti, non aveva preso troppo bene la decisione del nostro governo di bloccare subito i voli diretti da loro e i rapporti diplomatici tra i due paesi negli ultimi giorni, al di là delle dichiarazioni ufficiali, erano piuttosto tesi.
Per due volte qualche linea di febbre aveva inchiodato a Wuhan Niccolò, che a Udine frequenta l'istituto Sello, nonostante fosse stato accertato che non era stato infettato dal coronavirus. Il governo cinese, infatti, continuava a sostenere che non c'erano slot liberi per far atterrare l'aereo italiano pronto a partire per riportarlo in Patria, perché avevano la precedenza assoluta i voli che trasportavano beni di prima necessità. Gli scali, del resto, sono di competenza cinese.
Ora, invece, i nodi burocratici sembrano essere stati sciolti e il rientro è imminente. A bordo di quell'aereo militare ci sarà anche il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, che aveva riportato in Italia i nostri connazionali due settimane fa e nei giorni scorsi aveva detto di voler «finire quanto iniziato». Una volta atterrato qui, il diciassettenne sarà messo in una specie di quarantena, come prevedono i protocolli. L'Istituto Superiore di Sanità ha fatto presente che non è ancora chiaro dove trascorrerà il periodo di osservazione, perché dipenderà dalle sue condizioni di salute, ma è certo che ovunque sarà avrà finalmente la famiglia vicino.
«I genitori hanno accolto con un entusiasmo prevedibile la notizia - ha detto Dario Raugna, sindaco di Grado -. Ora possono vivere in maniera più serena. In questo tempo sono sempre stato in contatto con la famiglia e soprattutto con il papà, che mi è sempre parso tranquillo e fiducioso. È una vicenda a lieto fine soprattutto perché il ragazzo non ha contratto il virus».
«Ho invitato la famiglia qui da me, insieme al giovane - conclude Raugna - per andare a prenderci un caffè e avrò così modo di rivolgergli tutto l'affetto per questa vicenda. Nessuna festa pubblica però. I genitori mi hanno chiesto di mantenere un profilo basso, vorrebbero tornare alla normalità quanto prima».
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