Politica

"Fine del grillismo". I 5s spariscono in tutta Italia

Le amministrative segnano uno storico tonfo per i Cinquestelle: il Movimento "sparisce" anche nelle città che in passato lo avevano premiato. Suona il de profundis sulla linea di Giuseppe Conte

"Fine del grillismo". I 5s spariscono in tutta Italia

Peggio del previsto. Per i Cinquestelle le elezioni amministravive 2022 segnano uno storico tonfo, in tutta Italia. Un flop difficile da giustificare. Alla luce dei risultati che stanno prendendo consistenza con il passare delle ore, il movimento guidato da Giuseppe Conte è di fatto scomparso dai radar della politica locale, dimenticato dagli elettori anche in quelle città che in passato avevano dato soddisfazioni (o quantomeno segnali di fiducia) ai pentastellati. Ora - per usare un'espressione cara ai grillini - il vento "è cambiato": sì ma al contrario. E i possibili contraccolpi a livello nazionale sono già lì, dietro l'angolo.

I dati elettorali hanno fatto scattare il de profundis per il Movimento Cinque Stelle, anche laddove i pentastellati pensavano di contare su un discreto consenso. E il partito grillino, di fatto, si ritrova ora fuori da quasi tutti i ballottaggi. A Genova, dove il centrodestra del sindaco Bucci ha riconquistato la vittoria, i 5S si stanno attestando attorno al 4,46% (una debacle rispetto al 18% del 2017), superati anche da alcune liste civiche di centrosinistra e dallo stesso Pd. A Palermo il partito di Conte si aggira attorno al 6%. E pensare che, da quelle parti, nella precedente tornata delle amministrative il movimento grillino aveva fatto incetta di voti. Il raffronto con il passato è impietoso e delinea una sonora bocciatura da parte degli elettori.

A L'Aquila serve un microscopio per rilevare la nano-presenza pentastellata, registrata allo 0,79%. A Padova non va molto meglio: là i grillini sono fermi allo 1,23%. Nella Puglia di Giuseppe Conte, la situazione è altrettanto tragica. A Taranto, i cinquestelle vanno al governo della città, in quanto parte della coalizione che sosteneva il candidato di centrosinistra Rinaldo Melucci. Ma, dati alla mano, si fermano al 4,18% (stando alle stime in aggiornamento), soverchiati dal Pd e da alcune liste civiche. A Barletta, l'ennesimo tonfo, con i pentastellati allo 2,53%. A Catanzaro, il dato è altrettanto trascurabile: nella città calabrese attualmente i grillini sono fermi all'1,56%.

I dati, va precisato, sono in fase di aggiornamento e non ancora definitivi. Ma il trend al ribasso (per usare un eufemismo) è evidente. E sulle sciagure pentastellate infierisce Matteo Renzi. "Queste elezioni segnano al primo turno una vittoria sostanziale del centrodestra (da Palermo, dove la sinistra doveva aprirsi anche al centro, anziché rinchiudersi nell'asse coi grillini, fino all'Aquila), ma dipingono soprattutto un quadro nel quale il grillismo è finito, con le liste di Conte che fanno il 5% a Genova, il 4% a Taranto oppure l'1% a Padova", ha scritto in una nota il leader di Italia Viva.

Intanto, dal quartier generale del 5S tutto tace.

Giuseppe Conte temporeggia: stavolta la giustificazione dei risultati elettorali sarà particolarmente impegnativa.

Commenti