
Jair Bolsonaro, l'ex presidente di destra che il 30 ottobre 2022 perse per 1,8 punti percentuali contro il suo successore di sinistra Lula, è stato condannato l'altro ieri a 27 anni e 3 mesi di carcere dalla Corte suprema per tentato golpe, tra fine 2022 e inizio 2023. Come da sentenza, Bolsonaro non solo rischia una detenzione lunga (poco più di 4 anni e mezzo secondo la legislazione brasiliana se beneficerà della buona condotta) ma sarà ineleggibile fino al 2062, quando avrà 107 anni. Una morte politica commentata da Lula così: "Bolsonaro ha tentato un golpe in questo Paese, ci sono centinaia di prove, di atti, discorsi, documenti scritti. Se il giudice (Luiz) Fux non vuole le prove, è un problema suo. Sono prove schiaccianti", ha detto il presidente il presidente, aggiungendo che il suo "governo lavorerà contro l'amnistia. È tutto chiaro, si sa chi ha fatto cosa, non c'è più nulla da discutere".
Durissime le reazioni dei figli di Bolsonaro. Il primogenito, il senatore Flavio, ha accusato la Corte suprema di aver "spezzato i pilastri della democrazia" condannando "un innocente che ha osato non piegarsi a un dittatore chiamato Alexandre de Moraes", relatore del processo e già sanzionato dagli Stati Uniti per violazioni dei diritti umani ai sensi della Legge Magnitsky. Ha poi denunciato un processo "dal verdetto già scritto", lodando il voto di Fux (l'unico giudice che ha assolto Bolsonaro per "assoluta mancanza di prove") e attaccando la togata Carmen Lúcia, "incapace di individuare una sola prova concreta". Dagli Usa il deputato Eduardo Bolsonaro ha parlato di "suprema persecuzione", scrivendo in maiuscolo che "vogliono uccidere Bolsonaro" e chiedendo un'amnistia "ampia, generale e senza restrizioni" per tutti.
Sul piano tecnico, la Corte Suprema ha 60 giorni per pubblicare la sentenza, anche se i tempi potrebbero essere più rapidi. Una volta pubblicata, la difesa avrà cinque giorni per un ricorso limitato alla forma. Successivamente resterà aperta solo la strada dei tribunali internazionali, come la Corte Interamericana dei diritti umani, senza sospendere l'esecuzione della condanna. Bolsonaro e gli altri sette condannati dell'altro ieri, tra cui quattro generali, potrebbero andare in carcere anche prima se ritenuti a rischio di fuga da Moraes. Per i militari, inoltre, la sentenza ha imposto anche la perdita dei gradi: non solo del capitano Bolsonaro ma anche dei generali Heleno, Nogueira, Braga Netto e Garnier.
Walter Maierovitch, fondatore dell'Istituto brasiliano Giovanni Falcone di scienze criminali, ha detto che "il Patto di San José di Costa Rica, che il Brasile ha sottoscritto, raccomanda che nessun imputato condannato in unica istanza resti senza possibilità di appello davanti ad altri giudici". Secondo il giurista, se la difesa solleverà la questione, la Corte potrebbe ammettere un ricorso basato sul voto assolutorio del giudice Fux, attaccato oltre che da Lula da parte dei media e bullizzato dagli altri membri della Corte suprema, secondo Folha de São Paulo.
Con Bolsonaro fuori gioco, i sondaggi indicano una forte crescita delle probabilità di quarto mandato per Lula alle presidenziali del 2026, mentre parte dell'opposizione cavalca l'ipotesi di un'amnistia totale, dimenticando che, se fosse approvata dal Parlamento, dovrebbe poi essere firmata dal presidente.
Sul fronte del popolo, infine, per ora la condanna di Bolsonaro non ha scatenato
proteste. Appena una quarantina di supporter si sono radunati davanti alla casa dove l'ex presidente è ai domiciliari, segno che il "Mito" ha perso gran parte della sua base, delusa dalla sua fuga negli Stati Uniti, a fine 2022.