Cronache

Finti provini, vere violenze sessuali. Un altro "predatore" dopo Genovese

Quattro denunce per un sedicente regista: organizzava casting per film inesistenti e poi aggrediva le attrici. È già in carcere

Finti provini, vere violenze sessuali. Un altro "predatore" dopo Genovese

A Roma il «regista» si faceva chiamare Alex Bell, a Milano invece per tutti era semplicemente David. Autore di pellicole come «Miele amaro», «Un gioco pericoloso», e infine «La forza dell'amore». Film dai titoli senz'altro suggestivi che però nessuno ha mai visto e vedrà mai, neanche in sale cinematografiche di quart'ordine, perché in realtà il 48enne Claudio Marini, ciociaro di Frosinone, non solo non ha alcuna familiarità con la macchina da presa e il «ciak si gira» ma, in qualità di responsabile della fantomatica agenzia «Trend Communications» si limitava a organizzare casting completamente fasulli per circondarsi così di giovani che sognavano di diventare attrici. E che poi finivano regolarmente per ritrovarsi le sue manacce e la sua bocca addosso durante un cosiddetto «provino» dove lui stesso recitava con fin troppo entusiasmo in qualità di co-partner. Respinto, l'uomo si produceva in commenti del tipo: «Cosa fai? Lo so che lo vuoi anche tu». Parole e cui va ricondotto il modo «insidioso e subdolo» e «la programmazione e la premeditazione delle violenze, sulla scorta di una incoercibile brama predatoria» di cui lo accusa la Procura di Milano - nel dettaglio il pm Giovanni Tarzia e il gip Livio Cristofano - che in questi ultimi mesi dell'anno, sulla scorta delle denunce a luglio di quattro ragazze milanesi tra i 18 e i 29 anni, ha lavorato con gli investigatori della squadra mobile diretti da Marco Calì.

In realtà Marini è detenuto a Regina Coeli già da Ferragosto, arrestato dai carabinieri della compagnia Roma Parioli perché ritenuto responsabile di almeno otto episodi di violenza sessuale nella Capitale emersi in una inchiesta condotta tra febbraio e luglio di quest'anno, cioè in piena emergenza Covid-19.

Dalle denunce presentate dalle ragazze a Milano emerge una modalità di selezione che si ripeteva in uno schema che rispecchia quello romano. Un ambiente dove, dopo le prime segnalazioni, l'aria per il 48enne si era fatta pesante inducendolo a trasferirsi sotto la Madonnina dove diceva di voler girare il capolavoro «La forza dell'amore», pubblicizzato sul sito Casting e provini 2020: le migliori opportunità.

Dopo il primo incontro in uffici centrali, tra piazza della Repubblica e la Centrale, l'uomo rivedeva le giovani in alcuni fast food più periferici, per poi, con crescente insistenza, condurle da lì, a bordo della sua Audi, in un appartamento descritto come il suo «studio», in via Varesina, a nord ovest di Milano. In realtà un'abitazione dove non c'era l'ombra di una cinepresa. Era lì però che le ragazze dovevano dimostrare le loro «capacità artistiche», ovvero piegarsi alle sue richieste sessuali. Chiaramente un rifiuto sarebbe stato indicativo della non idoneità alla recitazione.

Se nel frattempo però avessero cambiato idea Marini era pronto a fornire l'anticipo e il contratto da firmare, come si preoccupava di precisare mentre riaccompagnava le ragazze, umiliate e deluse, al fast food.

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