
La potenza di Chanel esplode ancora una volta al Grand Palais. Prima di tutto con l'allestimento kolossal con le due C incrociate e un maxi nastro nero come sfondo monumentale sulla passerella aperta dalla supertop Vittoria Ceretti. Poi col parterre degli ospiti tra i quali la fedelissima principessa Charlotte Casiraghi, l'infinitezza dei modelli presentati dallo studio stilistico interno che guida l'atelier dopo l'uscita della fedelissima di Kaiser Karl, Virginie Viard. Ora tutto il mondo della moda aspetta ad ottobre il debutto del nuovo direttore creativo nominato a dicembre, il franco-belga Matthieu Blazy strappato da Chanel a Bottega Veneta, dal portafoglio del Gruppo Kering. Perchè il lusso dà battaglia anche con le nomine e non solo coi numeri dei fatturati che nel caso di Chanel, maison di proprietà dei fratelli Wertheimer (nipoti di quel furbissimo Pierre Wertheimer che fece società con Mademoiselle Coco coi profumi), sono arrivati da sei mesi a toccare quota 26,1 miliardi di dollari, con un +35% di guadagni. Bravi i ragazzi dello studio stilistico interno capaci di lavorare con grazia senza tempo intorno al tema del fiocco di raso nero che ha punteggiato tutta la collezione vezzosa ma moderna. Fiocco nero sui capelli delle modelle e sulle camicette vittoriane tutte balze di seta candida, sui tailleur di twed, sulla maglieria, sugli abiti da sera sognanti e trasparenti. Dettagli di moda vera, quella che tutte le donne possono replicare subito comprando in merceria un nastro da mettere in testa o in vita. Entrando così semplicemente nel mito di Chanel.
Maison che continua a mietere successi e acquisizioni in Italia come l'ultima pochi giorni fa con la rilevazione del 20% di Leo France, società divenuta ora SpA, della famiglia fiorentina Pinzauti, presieduta dal fondatore Lorenzo Pinzauti che con la moglie Franca e i figli Leonardo e Fracesca l'ha portata a chiudere il 2023 a 216 milioni di euro. Catene, accessori e bijoux per i grandi del lusso e da sempre fornitori di Chanel che con questa acquisizione (che si mormora destinata a salire ancora) si porta a casa una delle eccellenze della manifattura italiana.
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