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Firenze, assistente sociale in manette per pedofilia

Altri 5 arrestati: si scambiavano materiale in rete

Firenze, assistente sociale in manette per pedofilia

Lavorava per la «Società della Salute» di Sesto Fiorentino come assistente sociale a stretto contatto con i bambini, ma già nel 2012 era stato indagato per pedopornografia e nel 2014 aveva patteggiato due anni di reclusione per reati analoghi. Nonostante questi precedenti, però, nella struttura sanitaria pubblica toscana formata da Comuni e Usl del territorio era stato assegnato proprio all'area minori. Adesso l'uomo, 43 anni, è stato arrestato in flagranza dalla polizia postale di Firenze, che lo ha trovato in possesso di una grande quantità di materiale pedopornografico. La pm Ester Nocera ha chiesto la convalida dell'arresto per detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico, e il gip fiorentino ha convalidato l'arresto e disposto la misura della custodia cautelare ai domiciliari, oltre al divieto assoluto di usare smartphone e pc. Allo stesso tempo, gli investigatori stanno cercando di capire se la Società della Salute di riferimento avesse richiesto il suo certificato penale e quello dei carichi pendenti, come dovrebbe avvenire per chi lavora in enti pubblici: l'uomo aveva iniziato a lavorare come assistente sociale all'Asl attraverso una società di lavoro interinale di Roma.

Il materiale pedopornografico è stato trovato nel corso di una perquisizione nell'abitazione fiorentina dell'uomo, scattata nell'ambito di un'indagine della procura di Torino che ha portato all'arresto di sei persone: nell'occasione sono stati trovati anche video con abusi su neonati. Per l'accusa il 43enne avrebbe acquisito e condiviso il materiale attraverso una piattaforma di file sharing, usando vari pseudonimi. In particolare, nell'abitazione dell'assistente sociale sono stati sequestrati hard disk con un'ingente quantità di materiale pedopornografico, più una webcam. L'uomo era inoltre collegato su varie chat con alcuni dei bambini e degli adolescenti in condizioni disagiate, molti dei quali stranieri, di cui si occupava nella sua attività di assistente sociale. Sono in corso accertamenti sul suo smartphone, per capire se contenga materiale pedopornografico con minori identificabili.

Il sospetto su cui gli inquirenti fiorentini dovranno far luce è che l'uomo non si sia limitato a condividere file trovati in rete ma ne sia stato anche l'autore, sfruttando proprio le occasioni offerte dalla sua posizione lavorativa.

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