Il fisco cerca di accelerare il pagamento dei rimborsi. Ma dall'altro sottrae liquidità a chi è più esposto alla crisi, cioè le imprese, e rende più difficile per i contribuenti riavere indietro i propri soldi attraverso la compensazione tra crediti e debiti fiscali. Senza contare che le ultime novità varate con la legge di Bilancio, rischiano di rendere ancora più complicata la vita degli italiani.
Quello appena iniziato non sarà un anno facilissimo sul fronte fiscale. Una buona notizia è di ieri. Il direttore dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ha varato un provvedimento che riduce i tempi per il pagamento dei rimborsi Iva. Saranno accreditati direttamente dal Fisco senza intermediari locali.
L'Agenzia delle Entrate ha fatto sapere che nell'anno che si è appena chiuso ci sono stati rimborsi complessivi per oltre 16 miliardi di euro, il 16% in più del 2016, a circa 3 milioni e 400 mila soggetti tra famiglie e aziende. Nel dettaglio, 1,3 miliardi di euro sono stati erogati per i rimborsi Ires a 11mila aziende e oltre un miliardo di euro sono andati ai rimborsi di imposte dirette derivanti dalla deducibilità Irap a ulteriori 946 mila richiedenti. Il grosso riguarda i rimborsi Iva, quelli oggetto della semplificazione varata da Ruffini, a 68 mila imprese, artigiani e professionisti sono stati restituiti circa 12 miliardi di euro.
L'accelerazione dei rimborsi Iva serve a compensare la stretta sullo split payment, il pagamento dell'Iva anticipato, che ha sottratto alle imprese e professionisti che hanno a che fare con la pubblica amministrazione e con le società quotate in borsa circa 18 miliardi di liquidità. Il saldo tra quanto è stato restituito alle imprese e quanto è stato sottratto, insomma, è ancora una volta svantaggioso per i contribuenti.
Il governo intende restare sul binario già tracciato con lo split payment, che infatti la manovra di fine anno ha ampliato. Da quest'anno varrà anche per gli acquisti degli enti pubblici economici, le aziende pubbliche e partecipate.
Più difficile anche compensare crediti e debiti fiscali. Dal primo gennaio l'Agenzia delle entrate può sospendere per un mese il modello F24 che contiene delle compensazioni tra crediti e debiti fiscale e potrà considerare non effettuati i versamenti, nel caso il modello presenti «profili di rischio».
Un quadro che spiega bene perché il fisco cerchi di accelerare i rimborsi e rivendichi un aumento dei rimborsi. Le leggi varate dagli ultimi governi tendono a fare cassa a danno dei contribuenti e fanno lievitare il debito fiscale dello stato.
Sotto la voce complicazioni, da registrare un altra misura della manovra: l'obbligo di fatturazione elettronica, che è stata estesa a tutte le transazioni tra privati, che però entrerà in vigore il prossimo anno. Per il presidente dei Commercialisti, Massimo Miani, può mandare in tilt il sistema.
«Assurdo», ha spiegato «un'estensione generalizzata di tale obbligo indistintamente a tutti i 4 milioni e oltre di partite Iva in un unico d-day, individuato nel capodanno 2019, che già lascia presagire scene di isteria collettiva o diffusi stati d'ansia da trasmissione telematica». Sottinteso, le complicazioni si tradurranno in lavoro supplementare per i professionisti e, quindi, per i contribuenti italiani, che pagano già una salatissima tassa occulta in termini di burocrazia fiscale.
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