Il "flipper" Salvini tra ministero e Aula pianta le bandierine su contanti e Stretto

Il vicepremier iperattivo cerca di dettare l'agenda sui temi a lui cari e giura: "Faremo il ponte di Messina". Lavora pure al "nodo" Lombardia

Il "flipper" Salvini tra ministero e Aula pianta le bandierine su contanti e Stretto

Matteo Salvini? Una pallina da flipper. Nel giorno della fiducia al Senato il segretario del Carroccio si sposta in continuazione. Difficile stargli dietro, difficile tenere il passo. Anche per i suoi collaboratori. I giornalisti lo cercano, lo braccano ma lui sfugge. È veloce, fa la spola tra il ministero delle Infrastrutture e il Senato, sottobraccio sempre il progetto del ponte sullo Stretto. Ci crede, lo vuole fare. Sarà il suo lascito. Torna alla strategia del silenzio, ma non rinuncia alle sue battaglie e detta l'agenda. Come il tetto al contante. «Alzare il tetto di spesa in denaro contante dagli attuali 2mila a 10mila euro è una proposta di buonsenso» dice. Gli va dietro Giorgia Meloni che rilancia: «Confermo che metteremo mano al tetto al contante».

Sono giornate lunghe per Salvini, infinite. L'obiettivo è ricucire gli strappi, anche quelli tra Attilio Fontana e Letizia Moratti. Il primo appuntamento della giornata, infatti, è dedicato all'assessore regionale al Welfare della Lombardia. La nota parla di un incontro «cordiale» e viene specificato: si è parlato solo di «Pnrr e degli investimenti da fare sulle strutture sanitarie della Regione». Ma in pochi ci credono. In ballo ci sono le elezioni del 2023 per guidare la Regione. Letizia Moratti si è detta disponibile a candidarsi ma Salvini ribadisce e tiene il punto: «Il nostro candidato è Attilio Fontana». Lavora, senza dividere, senza lacerare. Prova a fare il diplomatico ed offre a Letizia Moratti un nuovo ruolo di prestigio. «La partita si giocherà più avanti» glissano i leghisti.

Proviamo a stargli dietro. Un capannello di operatori e telecamere lo attende in piazza San Luigi dei Francesi, a pochi metri dall'ingresso laterale del Senato. Lui tira dritto, si fa largo a gomitate tra la ressa che chiede conto dell'ultima proposta leghista «Il tetto al contante? C'è nel programma del centrodestra. Leggetelo!» Dal ministero ai banchi vellutati del governo. Seduto alla destra di Giorgia Meloni. In Aula gli interventi dei senatori, lui prende appunti. Scrive e manda messaggi. È aggiornato sulle navi delle Ong dirette in Italia. Poi sparisce, direzione ufficio al Senato.

A pranzo un sushi da asporto, e poi qualche incontro. In fila per vedere il ministro c'è il sindaco di Senigallia, Massimo Olivetti. «Abbiamo rappresentato le nostre esigenze, abbiamo chiesto che non si spenga la luce sull'alluvione che ha colpito il nostro territorio» dice il sindaco uscendo dagli uffici della Lega. Poi ancora al ministero e, dopo, ancora al Senato dove non interviene. Al suo posto parla il capogruppo Massimiliano Romeo. Autonomia e federalismo al centro del discorso.

«Il divario nord-sud si ricuce con l'autonomia» ha rilanciato Romeo, d'altronde tocca riacquistare i voti del nord. Poi una stilettata al ministro della Salute: «Bisogna evitare le multe a tappeto a chi non si è vaccinato». Salvini ascolta. Poi La Russa spegne il microfono. «Ha terminato il tempo».

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