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Il flop al Circo Massimo dei trattori anti governo

Solo 1.500 persone e 10 trattori nel centro di Roma. I "duri e puri" insistono ma il movimento perde pezzi

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Doveva essere una «marcia su Roma» ma nei fatti è stata più che altro una marcetta. Era stata annunciata una grande manifestazione di protesta degli agricoltori a Roma con 20.000 partecipanti e numerosi trattori, alla fine si sono presentate circa 1500 persone e dieci trattori. Non ha aiutato il luogo scelto, Circo Massimo, abituato ad accogliere ben altri numeri ma soprattutto la divisione tra le varie anime della protesta che ieri è emersa in tutta evidenza. Così, la manifestazione promossa da Cra (Comitati Riuniti Agricoltori traditi), ha finito per radunare le frange più radicali e meno dialoganti del mondo agricolo. Dal palco non sono così mancati gli attacchi alle associazioni di categoria riconosciute e al governo nonostante nelle ultime settimane l'esecutivo si sia impegnato nei fatti ad accogliere molte delle richieste degli agricoltori. A prevalere dalla piazza di Circo Massimo è stata così una linea intransigente e la richiesta di continuare la mobilitazione «nei prossimi giorni chiederemo alla gente di scendere nelle strade».

A rappresentare la frammentazione della protesta sono le parole di Salvatore Fais, uno dei fondatori di Riscatto agricolo (l'altra sigla che più si è fatta notare nelle ultime settimane) che, dopo aver raggiunto un accordo nei giorni scorsi con il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, non ha partecipato alla manifestazione di Circo Massimo del Cra guidato da Danilo Calvani. Anche all'interno di Riscatto Agricolo sono emerse le prime crepe con Fais che ha annunciato «la maggioranza dei presidi continua ad andare avanti» anche se «una delegazione, composta da Maurizio Senigagliesi, Elia Fornai e Cristian Iannelli, (tra i fondatori del movimento ndr) si è staccata, nel senso che è tornata a casa, perché era soddisfatta dal tavolo al Masaf».

Oltre alla manifestazione a Circo Massimo ieri è stata una giornata calda con un'altra protesta degli agricoltori provenienti dalla Campania a cui hanno partecipato circa trecento persone in piazza del Campidoglio a Roma, mentre un gruppo di agricoltori si è avvicinato a Largo Chigi per un presidio spontaneo.

Non si sono fatte attendere anche le reazioni politiche con il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera Tommaso Foti che ha parlato senza giri di parole di «un autentico flop» della manifestazione «organizzata da piccoli gruppi di sobillatori, coadiuvati da militanti politicizzati, che nulla hanno a che fare con il mondo dell'agricoltura e i suoi reali problemi».

Foti ha poi posto l'attenzione sul vero tema che riguarda la difficile situazione degli agricoltori italiani ed europei: le politiche di Bruxelles. «Chiunque ha parlato in questi giorni con gli agricoltori sa bene che il vero problema sono le politiche che l'Unione Europea impone al settore, politiche che il governo e il ministro Lollobrigida cercano di contrastare in ogni modo contrapponendovi azioni concrete».

Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ha detto che «la Politica agricola comune era condizionata da vicende legate alla sostenibilità ambientale che partivano da fondamenti ideologici, più che da analisi delle capacità di relazione con i sistemi produttivi della nostra nazione. Noi adesso pensiamo agli agricoltori italiani e abbiamo creato tavoli tecnici per rivedere la Pac, perché si può fare».

Intanto i movimenti di agricoltori italiani, anche in ordine sparso, continuano a protestare e domani a Roma è prevista una manifestazione del movimento «Uniti si vince».

La sensazione, anche alla luce dell'esito della manifestazione di Circo Massimo, è che una maggiore unità e la comprensione che i problemi (come ha capito la maggioranza degli agricoltori) sono a Bruxelles e non a Roma può solo giovare al mondo agricolo.

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