Elezioni politiche 2022

"Vessillo comunista". È bufera sulla piazza di Letta: "Dittatura cruenta"

Poca gente e scarso entusiasmo per Enrico Letta in piazza del Popolo a Roma per la chiusura della campagna elettorale

"Vessillo comunista". Per Letta spuntano falce e martello, è bufera: "Dittatura cruenta"

Enrico Letta ha perso anche la sfida delle piazze. Il segretario del Partito democratico ha condotto una campagna elettorale sbagliata da ogni punto punto di vista e lo dimostra lo scarso appeal generato durante la chiusura elettorale di ieri, venerdì 23 settembre, in piazza del Popolo a Roma. Il confronto con la piazza del centrodestra è stato impietoso per il Partito democratico e i suoi alleati, non solo numericamente ma anche a livello di calore e di coinvolgimento. Quella di Enrico Letta sembra essere una leaership non riconosciuta dal popolo di sinistra, che si è probabilmente arresa alla debacle elettorale figlia del fallimento del segretario.

Durante la manifestazione del centrodestra di giovedì, infatti, la piazza era stracolma di bandiere sventolanti, di persone che invocavano i propri i leader e che erano entusiasti all'idea di partecipare a un evento che, per molti, era quasi una festa. Molto diverso il clima del giorno successivo, con un'atmosfera spenta e poco partecipata e poche bandiere a sventolare per Letta e i suoi alleati. Per altro, tra quelle poche, c'erano anche quelle del Partito comunista, come ha fatto notare il profilo della Lega in un post condiviso sui social. "Ieri Letta ha chiuso con un flop in piazza del Popolo davanti a una bandiera dell’Unione sovietica. Il vessillo comunista è finalmente una piccola grande verità: ricorda a tutti qual è stato l’unico partito ad aver incassato dei rubli insanguinati, altro che ingerenze russe nel 2022", ha scritto il partito guidato da Matteo Salvini.

E così, mentre a sinistra sventolano lo spettro del comunismo per attaccare il centrodestra, i loro militanti sventolano con orgoglio il simbolo di un'altra dittatura non meno insanguinata: "Bandiere rosse con la falce e martello nella piazza del Popolo di Letta, autorizzate dai vertici del Partito democratico per ammissione degli stessi militanti che le sventolano festanti. Il coordinatore regionale del Pd Astorre, smentisca di aver autorizzato a portare in piazza i simboli di una dittatura cruenta e sanguinaria che ha prodotto milioni di morti nel mondo". Così in una nota il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, che aggiunge: "Conoscendo la tradizione democratica del collega Astorre, siamo certi che smentirà prontamente di aver permesso un tale sfregio e vorrà ribadire la sua posizione che lo ha visto storicamente e culturalmente agli antipodi delle posizioni che quelle bandiere rappresentano ed esprimono".

Enrico Letta ha condotto una campagna elettorale mirata a minare la fiducia degli elettori nella coalizione avversaria e non nel conquistare l'elettorato con le proprie proposte. Sono state numerose le scivolate dello stesso Letta e dei suoi sodali nell'ultimo mese. "Il Pd ha aperto questa campagna elettorale con un suo alto dirigente che grida per strada 'in ginocchio, vi ammazzo, vi sparo', è proseguita con le candidature di odiatori di Israele, si è caratterizzata per il fango, le falsità, la voglia di nuove tasse e più sbarchi, la scelta di evitare il confronto con la Lega", ha scritto il profilo della Lega, sottolineando la mancanza di argomenti da parte di Enrico Letta ma anche tutte le sue contraddizioni, mai sanate.

Ed è da qui che potrebbe nascere la sconfitta elettorale del Pd alle urne, che potrebbe aprire un nuovo congresso allo scopo di "decapitare" i vertici del partito per iniziare un rinnovamento interno.

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